Non è che io sia un grande amante del Jazz, ma questo disco è davvero un gran pezzo di musica. Colonna sonora dell'omonimo film, è un iradiddio di purissima allegria nera. Le musiche sono come regolate da un ritmo matematico(anche se la musica è proprio una combinazione di leggi matematiche che poi danno origine al suono), incessante e molto, molto piacevole. L'ideale nei momenti di relax o di quando ci si vuole concedere un bel caffè. Ma la vera protagonista dell'album è la tromba, che con il suo suono aspro, quasi acidulo, sembra che soffra o in certi casi che rida. Quindi troviamo dei pezzi calmi, da atmosfera da piano bar(qui il pianoforte ci mette lo zampino), comandati da una certa decisione e moderazione.

Ma ci sono dei gran pezzi che fanno sbattere davvero i piedi e le mani, molto movimentati, per cui qui è impossibile non muoversi e forse fare anche mosse ridicole, come quelle dei cartoni anni 40-50. Impossibile anche non imitare i versacci(perdonatemi, non nel vero senso della parola)di quelle prepotenti trombe che prendono l'iniziativa da sole e che entrano dentro di noi, bussano alla porta della felicità e dell'entusiasmo e fanno uscire tutto ciò che prima era occluso dalla tristezza(o dall'amarezza di una delusione d'amore, chissà). Tanti pezzi strumentali dunque, ma non vi preccupate, sopraggiunge d'improvviso la voce allegra e "grassa" di un simpatico signore nero ed anche i cristallini ed armoniosi vocalizzi di una brava soprano, i quali vanno a nozze con quella musica così motivata. Beh, il Jazz con la J maiuscola, che non mi ha deluso nemmeno un attimo, The Cotton Club (ma poi, riflettendo sul titolo scopriamo che vuol dire "il club del cotone". Infatti il Jazz è nato proprio nelle piantagioni, con i canti di lavoro dei neri). Perciò un acquisto assolutamente obbligato.

Alla prossima recensione di un altro capolavoro

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