Tornano i The Cure, con un disco atteso da maggio in seguito a una curiosa operazione promozionale, che ha visto uscire prima i quattro singoli, uno per ogni mese, e finalmente questo 4:13 Dream. La band di Robert Smith riesce senza dubbio a destare, disco dopo disco, una grande curiosità tra fan e non; normalissimo, per un gruppo che ha prodotto capolavori come Pornography, Disintegration e Wish. Cominciamo col dire che si tratta di un buon disco, piacevole all'ascolto, compatto e con alcuni brani di gran classe. Chi temeva una ciofeca al pari dell'omonimo del 2004, dovrà ricredersi. Si inizia con un pezzo che dal vivo ha un impatto spettacolare, quella Underneath the Stars così vicina alle atmosfere di Disintegration, in particolare alla stupenda Plainsong. Una riconferma del fatto che i Cure amano sparare il pezzo forte già dall'inizio, come accadde con Want, Out of This World, e Lost dai dischi precedenti. La lunga intro strumentale porta all'unico brano dark del disco, se giusto è definire dark le atmosfere dei Cure. Decisamente pop ma non per questo meno qualitativa la sequenza successiva, che inizia col primo singolo The Only One, che non sfigurerebbe in The Head on the Door, passando per The Reasons Why, con una pregevole intro di chitarre e basso che sfocia in un brano godibilissimo e finalmente non banale. Si continua con una manciata di brani di frizzante pop Cureano, tra i quali spiccano Sirensong, pregevole ballata con lapsteel in primo piano, la distorta Switch, col redivivo Porl Thompson e il grande bassista Gallup in piena forma, e poi il pezzo più Cure di tutti, This Here and Now With You, dall'arrangiamento nonostante tutto originale per i nostri. Da segnalare i tre brani in uscita, la psichedelica Sleep When I'm Dead, l'inquietante ed orientale The Scream e la tiratissima It's Over. Discorso a parte merita The Hungry Ghost, con un grande lavoro chitarristico e una melodia epica e sognante, probabilmente il miglior brano dell'album. Un disco che rappresenta una piacevole sorpresa per chi, come il sottoscritto, li credeva artisticamente finiti. L'allontanamento del tastierista Roger O'Donnel, inoltre, non lasciava ben sperare. Sul palco invece non hanno mai smesso di stupire, come dimostra la recente esibizione al Coca Cola Festival, l'11 ottobre a Roma, dove hanno eseguito l'intero album in anteprima, tra le ovazioni del pubblico di vecchia data e gli osceni apprezzamenti della popolazione emo. Confermata da Robert Smith l'uscita di una seconda parte del disco, entro la metà del 2009, che dovrebbe contenere canzoni più vicine all'anima dark del gruppo.

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