Sinuosa danza di crepitii elettrici... tonfi sordi di bacchette sui tom tom...una tediata nenia...

Inizia così l'ottavo album della band di Portland (USA), che riesce con naturalezza a unire riitmi solidi e incalzanti con un esilarante connubio di voci frustrate, intense, estatiche, che efficacemente addobbano l'atmosfera sognante e decadente di questo "This Machine". Momenti di Alternative puro dal retrogusto californiano (Enjoy Yourself), si sostituiscono ad altri in cui l'impronta pop ammalia l'indole prettamente rockettara della band (The Autumn Carnival) , abozzando trame soavi e malinconiche, per poi passare ad ingegnose sperimentazioni sonore, dai vocalizzi robotici e onomatopeici (Alternative Power to the People). Questo festival della natura morta, presenta anche due gioiosi e forzati sprazzi di luce (I Am Free e Seti VS the Wow! Signal), in mezzo ai nove restanti tappeti di foglie secche, cadute dai depressi arbusti che indicano con le fronde il plumbeo autunno che divora lentamente il ricordo di una tiepida estate.

Esiste un periodo migliore per cogliere tutto questo?

Federico "Dragonstar" Passarella.



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