I The Darkness nascono nel 2002 grazie ad un’idea dei fratelli Hawkins di resuscitare il defunto gruppo, che tentava la strada del progressive, con una band che si rifacesse alle melodie dei Queen e ai riff dei Led Zeppelin. ”Permission to Land” viene pubblicato nel 2003 riscuotendo un incredibile successo di pubblico e di critica(il gruppo svaligerà letteralmente l’edizione 2004 dei Brit Awards) che li porta dal suonare in piccolissimi clubs inglesi a location,ben più importanti e visibili, come l’Astoria.

Senza perdersi troppo in giri di parole va detto subito che questo disco è semplicemente banale e di basso livello; esso deve il suo successo più ai pacchiani costumi del folkloristico leader e alle simpatiche prestazioni live della band che al reale spessore musicale del gruppo.
Il disco contiene, volendo proprio sbilanciarsi, al massimo due buone canzoni:”love is only a feeling” e “growing on me”.
Il resto è assolutamente da dimenticare per svariati motivi:ci sono molti gruppi che si rifanno ai Led Zeppelin e ai Queen in maniera abbastanza esplicita, ma i The Darkness sembrano non avere nemmeno la decenza di “camuffare” la loro accozzaglia di suoni triti e ritriti, di riff rubacchiati con qualcosa che sia piacevole e non solo comico. Certo, è un disco che fa divertire e che è sicuramente piacevole da ascoltare, magari, in momenti di incredibile noia e depressione:ma bisogna avere un eccessivo gusto per l’ autolesionismo per farlo!
Sta di fatto che è abbastanza stupefacente vedere un gruppo del genere, che potrebbe essere associato per originalità e “finezza” dei costumi ai nostri cugini di campagna(ok, ok sto esagerando),al primo posto di tutte le classifiche elogiati da una buona parte di critica.Personalmente sono dell’idea che sia un gruppo, come tanti, studiato a tavolino da qualche astuto manager e fatto passare da MTV e vari come la nuova icona del rock.
Si potrebbe, volendo, salvare la voce di Hawkins ma, alla lunga, stanca anche essa nel monotono ripetersi di urletti e acuti.

Se si potesse inserire un voto più basso di 0, lo farei senza esitare ma, purtroppo, mi vedo costretto ad un voto “diplomatico” per descrivere quanto poco ci sia di musica in questo disco.

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