Luridume, esseri deformi striscianti nel ventre del terreno, putrido ammasso sferragliante immerso in litri di acido, prendere la psichedelia, spogliarla di ogni colore/calore vitale e di ogni cromatismo anche solo lontanamente riconducibile ad un qualcosa di vivo, prendere il rumore e lasciarlo fluire, lasciarlo attorcigliare e contorcere su se stesso in violenti spasmi. Non è un mondo a colori quello dei Dead C, mostruosità ripugnanti si nascondono in ogni anfratto di questo loro mondo buio e malsano, suoni putrefatti, lerci, il low-fi all'ennesima potenza. Ogni brano di "Tusk", ognuno di questi sei mutanti informi è raggelante, catatonico, la negazione di qualsiasi stato vigile e cosciente, l' immobilismo narcotico fattosi musica, stati deliranti e dolorosissime scariche rumoristiche ricoprono ogni cosa, dalle ritmiche genialmente free, fino alla voce che è poco più di un lontano lamento apatico, vortici noise sgangherati, ansiogeni ed aberranti. Magmatiche voragini dronanti d' ultrasuono, una musica disadorna, spuria ed esasperata, primordiale nel suo caos disturbante, terrificante ed imponente nel suo incedere libero e deforme, la tensione viene portata all' estremo e mai veramente rilasciata o sfogata, ma anzi fatta accumulare minuto dopo minuto, strato di rumore su strato di rumore, brano dopo brano, sempre sospesa tra stati ansiogeni e immobilità narcotizzante ed innalzata paurosamente nel vuoto e nel buio.
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