Questo disco è stato trattato dalla stampa specializzata, quella che grida al miracolo per ogni cantautore che si infili le dita nel naso strimpellando una Ovation, come un clone posticcio della new wave più ispirata. Messi in mezzo Durans e Power Station, ma non ci siamo.
Non è vieto revival da balera estiva, non è un festival di basso citazionismo pop. Qui ci sono le chitarre, e taglienti. Un basso che fende l'aria. Una voce sgraziata, irridente e spesso ipnotica. Qui c'è una band che, se mantiene le promesse, si candida a rifare ieraticamente il verso alla new wave seria (Echo & The Bunnymen in testa).
Che poi lo pubblichi la Parlophone e non la Sgurz Records non significa nulla. Le questioni di principio sono il pretesto degli stupidi.
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