I Devils sono sicuramente una delle realtà più feroci e selvagge del panorama alternative italiano.

Il duo napoletano composto da Erica Toraldo e Gianni Pregadio ha appena ultimato ‘Iron Butt’, il secondo LP in studio in uscita il prossimo 15 dicembre su Voodoo Rhythm Records e prodotto da Jim Diamond, ex Dirtbombs e tra le altre cose anche produttore dei White Stripes e produttore anche del primo disco della band ('Sin, You Sinners') che trovate recensito qui: https://www.debaser.it/the-devils/sin-you-sinners/recensione

Il gruppo in questo momento è impegnato anche nel tour di promozione del disco che cominciato il 7 dicembre scorso a Roma li terrà impegnati fino a marzo.

Irriverenti e sempre sopra le righe, ringrazio personalmente e a nome di tutta la comunità debaseriana i nostri Diavoli preferiti per avere cortesemente dato la loro disponibilità a rispondere a alcune domande che ho voluto rivolgergli sul nuovo disco e in generale la loro attività come musicisti.

Buona lettura.

1. Ciao ragazzi. Partiamo se non vi dispiace dal principio. Cioè, come e quando nasce il progetto The Devils? Concettualmente so che il nome del gruppo è un chiaro riferimento al film eponimo di Ken Russell del 1971 e ispirato da un romanzo di Aldous Huxley. Vi va di raccontarci qualche cosa in più sul concept generale su cui si fonda il progetto e se si propone di lanciare in particolare un messaggio specifico?

I Diavoli. Il gruppo nasce nel 2015, entrambi venivamo da tragicomiche esperienze con altre band e ci siamo ritrovati a suonare insieme scoprendo di avere le stesse perversioni e la stessa passione per il rock'n'roll.

Il nome lo abbiamo preso dal film del '71 ispirato al romanzo di Huxley del '52 che narra di vicende realmente accadute nel 1634, è una pellicola cosi fottutamente attuale che ti viene da chiederti come sia possibile che in 400 anni non sia cambiato un cazzo. Ci ha colpiti perché è decisamente realistico, ancora oggi un terzo della popolazione mondiale si fa manipolare da uno stato sovrano di 605 abitanti che usa uno spaventapasseri chiamato Satana per tenere tutti per le palle e gestire il proprio potere.

Essendo atei e disprezzando l’educazione cattolica dopo averlo visto non potevamo che esaltarci di brutto.

Nella nostra musica ci trovi questa visione del diavolo come parte di ogni essere umano, e non come spirito o creatura delle favole che amano tanto raccontare i nostri carissimi preti. I mostri siamo noi, è cosi che ci sentiamo e di conseguenza lo esprimiamo nei nostri deliri musicali.

Il nostro messaggio è quello di abbandonarci alla nostra natura, cioè a quello che tutti chiamano 'Peccato' che è una cosa troppo umana per essere tollerata. Fantascienza e moralismo ci ammosciano il cazzo.

2. Quali sono le vostre principali influenze musicali? Chiaramente chi considera un duo composto da un chitarrista e una batterista donna, pensa immediatamente ai White Stripes. Forse qualche affinità per un certo furore garage e alcune venature blues c’è. Ma ascoltandovi mi pare evidente che voi vi siate spinti oltre. Possiamo comunque considerarli tra le vostre influenze? Che cosa ascoltate in generale?

I Diavoli. Quello che ci ha influenzato dei White Stripes è il modo in cui suona Meg. Anche se non è considerata tecnicamente abile o perfetta è unica al mondo, non esistono altri batteristi come lei difatti la sua musica ha cambiato il mondo.

Molta gente crede che per poter suonare bisogna essere dei virtuosi dello strumento, tutte stronzate!

Il blues è una componente fondamentale della nostra musica, Magic Sam è tra i nostri eroi come Hound Dog Taylor o anche i Guadalupe Plata, gruppo spagnolo più recente che ci fa andare su di giri.

Anche il garage furioso è tra le nostre influenze, sia quello degli albori (Monks) che quello revival psichedelico degli anni 80 ( Spaceman3 ) che quello degli anni 90 (Gories), ma non siamo degli amanti del classic garage modaiolo.

Poi ci sono i classici del rock n roll che sono per noi come l’ossigeno che respiriamo: Cramps, Link Wray, ZZTop.

I gruppi invece che più di tutti amiamo ascoltare live per la loro energia e potenza sono i Monsters e Thee Oh Sees.

Infine ci sono i gruppi che ascoltiamo quando siamo in macchina, durante i tour, come i Black Rebel Motorcycle Club, Guitar Wolf, Reverend Beatman, Fugazi, e finiamo qui altrimenti non ne usciamo più.

3. Jim Diamond, ex Dirtbombs e anche producer proprio dei White Stripes, ha lavorato con voi alla realizzazione di entrambi i vostri LP. Ci raccontate come è nato questo incontro? Quanto vi abia in qualche maniera aiutato a crescere e condizionato lavorare con lui?

I Diavoli. L’incontro con Jim è nato grazie a un’amicizia che avevamo in comune, con Danny Kroha dei Gories.

Danny aveva da poco finito di registrare un disco con lui e ci aveva raccontato che Jim non viveva più a Detroit e che la sua leggendaria Ghetto Records non esisteva più, ma si era trasferito in Francia, precisamente a Montpellier. Cosi ci siamo fiondati li e dopo averlo corrotto con un paio di bottiglie di vino ha ceduto a voler collaborare con noi. Lavorare con lui è stato magnifico, oltre ad essere un grande professionista in quello che fa è anche un grande uomo infatti è nata una bella amicizia tra noi. Ci ha condizionati positivamente e ci ha capiti da subito, non è mai stato necessario spiegargli le nostre idee, è stato in grado di tirare fuori da noi un sound che non credevamo di avere e soprattutto ci ha supportati e ha creduto in noi. Ci ha fatto crescere anche solo stare insieme a lui in studio ascoltandolo mentre raccontava aneddoti su altre band con le quali ha lavorato.

4. Veniamo al disco, che si intitola ‘Iron Butt’ e esce il prossimo 15 dicembre su Voodoo Rhythm. Dal titolo già si può intuire quello che considero un orientamento dissacrante e diciamo ‘politicamente scorretto’. Alcune canzoni del disco suonano come dei veri e propri rituali riprendendo certe tradizioni gospel in chiave ironica e provocatoria. Il tutto chiaramente immerso in una dimensione ossessiva. Che cosa volevate proporre ai vostri ascoltatori? Voglio dire: questo disco è nato spontaneamente o c’è stato un lavoro di programmazione per quello che riguarda i contenuti? Siete soddisfatti della riuscita?

I Diavoli. Grazie per essertene accorto , alcune idee sono ispirate proprio da preghiere ascoltate su Radio Maria.

Al giorno d’oggi è molto difficile dare scandalo con tutto quello che combinano i preti, non riusciremo mai a eguagliarli e sinceramente non è nostra intenzione farlo, se ci si sente scandalizzati vuol dire che si è moralisti. La gente potrebbe pensare che siamo una parodia e che le nostre canzoni sulla religione e il sesso sono solo uno scherzo, l’esagerazione o l’ossessione è solo il nostro modo di intensificare la verità, in realtà siamo molto seri riguardo la musica. Possiamo affermare di essere soddisfatti di questo secondo disco, però è più tosto da suonare live rispetto al primo anche perché non ci droghiamo.

5. Ultima domanda. Praticamente anche se non ci conosciamo, siamo della stessa città (Ndr. Napoli.). Abbiamo probabilmente anche più o meno la stessa età. Poiché mi considero un grande ascoltatore di musica in generale (a parte essere io stesso un musicista) volevo sapere la vostra opinione su quella che è la realtà della musica rock e alternative nella nostra città. Se vi sentite in qualche modo legati a una ipotetica scena oppure no per esempio. La sensazione, guardandomi attorno e ascoltando i vostri dischi, per quanto mi riguarda è come ascoltare qualche cosa di ‘alieno’ e che ha saputo emergere solo distaccandosi da realtà è meccanismi tipici di questa città. Posso sapere che cosa pensate a tale riguardo?

I Diavoli. Che dire? Hai già detto tutto tu in modo esauriente.

Possiamo solo aggiungere che siamo due lupi solitari, non ci è mai interessato far parte di una scena, è qualcosa che non ci stimola né musicalmente né personalmente, lo troviamo limitante.

Napoli è una città decisamente rock'n'roll, forse non lo è mai stata musicalmente ma lo è più di quanto si pensi nell’animo.

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