Immaginatevi i Cheap Trick al doppio della frenesia...
Immaginatevi i Devo dopo un'asportazione di neuroni...
Immaginatevi i Ramones che si azzardano a prendere in mano strumenti diversi dai soliti tre e a provare di tanto in tanto qualche altro effetto sulla chitarra oltre alla solita distorsione... 
Immaginatevi gli USA, come li avete sempre visti in TV, nelle soap e nei telefilm...

Pensate a tutta quella plastica, tutte quelle spiagge, tutti quei roller-coaster, tutte quelle ingenue illusioni... pensate alla California, non a quella degli hippies né a quella degli skaters, ma a quella di Baywatch... gli skaters però, a pensarci bene, qualcosa c'entrano, visto che "I'm A Chollo" è un "half pipe riding" in piena regola e la sensazione è la stessa che ci hanno regalato, in epoche differenti, il Joey più deciso, gli Screeching Weasels più ispirati, i Dead Milkmen più espansivi...

Quello dei Dickies è uno dei punk più demenziali, divertenti e stravaganti di fine anni 70... è una satira al vetriolo della civiltà a stelle e strisce, dei suoi aspetti più cartooneschi... un approccio così caricaturale fa venire in mente referenti visivi del calibro di Matt Groening e John Waters...

"Night In White Satin" non sfigurerebbe in "Are We Not Men" e si concede pure il lusso di una parentesi orientale... "Stuck In A Pagoda" sovrappone invece stupidissimi falsetti beat ("eh-de-de-de-di-bi-du-daaa") a un tema da operetta cinese...

Profuma di anni 70 questo disco, ma non li celebra, li rivolta come un guanto... l'effetto ridicolo che generano queste canzoni  è paragonabile a quella delle gaffe di un presidente USA: sono le stupid-songs ai tempi di Jimmy Carter...

Non tutto quadra: "Splitting Headache" non sa di niente...ma d'altra parte si sa: mica tutte le gag funzionano... "Attack Of The Mole Man" tenta la carta dell'epica grottesca e dà la merda ai coevi Stranglers... "She Loves Me Not" parla ancora una volta la lingua dei Devo e le lesioni cerebrali si sprecano... Con "Gigantor" e "Bowling With Bedrock Barney" si ha l'approdo definitivo all'universo deformato dei cartoni animati: episodi deboli, forse un po' fini a se stessi, troppo programmatici nella loro studiata pompa...

I Dickies, nonostante i limiti, i semplicismi, il black humour all'acqua di rose, restano un capitolo importante nella storia del rock satirico; difficile resistere alle loro barzellette e, in fin della fiera, il loro pugno di brani d'antologia ce lo hanno lasciato...

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