Questi sono i The Dillinger Escare Plan:
….Oggi!
Ma la Band il cui nome deve l’omaggio al Nemico Pubblico John Herbert Dillinger, noto fuorilegge, rapinatore di banche, negli anni del proibizionismo nella Chicago anni ‘30 (vedi film M. Mann), ancor prima di “assoldare” l’attuale singer Greg Puciato, quel pazzo nel video, presentava nella propria Line-up il Sig. PATTON Mike.
Questi affascinato dal potenziale della band, con la pubblicazione del loro primo full-lenght “Calculating Infinity” acclamato sia dalla stampa specializzata che dal pubblico, chiese di farne parte per i successivi concerti prima in featuring con i Mr. Bungle, in seguito come voce solista.
Il tutto prologo ad un futuro progetto EP che vide la luce nell’Agosto del 2002: "Irony is a Dead Scene" per la Epitaph Records.
Il disco fu anche il debutto per il bassista Liam Wilson in sostituzione dell'ex-bassista Adam Doll, coinvolto in un incidente automobilistico che lo aveva paralizzato dalla vita in giù, questi comunque, continuò ad apparire nelle registrazioni suonando le tastiere e facendo così la sua ultima fatica prima del definitivo addio ai The Dillinger Escape Plan.
Il progetto in esame, amalgama le volontà artistiche sia di Patton che dei TDEP in un connubio sperimentale contraddistinto da subitanei momenti di pura alienazione, prefazione di lucida bellezza e capacità innovativa ad altri di consapevole coraggio dadaista; senza usare paroloni…Genio!
Una combinazione di suoni sapientemente miscelati, che riescono a dare all’album una cognizione artistica estremamente pregevole, se non raffinata, ne è l’esempio “When Good Dogs Do Bad Things”, da brividi!!! Caratterizzata da una prefazione Hardcore, per poi rinnovarsi in una catarsi di suoni che conducono il pezzo verso una bellezza compositiva non indifferente.
In perfetto math-core sperimentale, “Hollywood Squares”, contraddistinta sia da inserimenti free jazz, da lì a poco punti cardine nelle future composizioni dei TDEP, che da onniscienti velleità artistiche pattoniane, di cui se ne sente la forte guida… In tutto il progetto.
Esemplificazione di quanto appena sottolineato si mostra evidente in “Pig Latin” presentata da un cantato Gibberish incongruo e violento e da un sound vagamente LesClaypooliano, mentre il tutto si concerne sui dettami di quello che, già nel 2001 con i Tomahawk, sarebbe stato depositario di quegli archetipi sonori.
Concludo elogiando la cover di “Come to Daddy” che in seguito diverrà parte del repertorio pattoniano, caratteristico il momento in cui un suadente giro di basso tanto immediato quanto esperto accompagna l’urlo forsennato di morte che nel video originale di Cunningham corrisponde al demone che urla in faccia all’indifesa ma indefessa vecchia bastarda.
Credo che questo sia uno degli album più logici musicalmente dei TDEP poi dopo la dipartita di Patton con l’ingresso di Paciuto, questi 5 ragassuoli continueranno con le loro scorribande musicali tanto da essere giudicati dalla rivista New Musical Express come "Il Gruppo Più Pericoloso Della Terra", mentre "La Miglior Live Band Sul Pianeta" da parte della rivista Kerrang!
Qui si potrebbe discorrere a lungo circa la pubblicità nel definirsi “cattivi e molto incazzati” che i Media ti procurano o quelle stesse capacità di gestire le potenzialità del gruppo, che comunque ci sono, ma io continuo a rimanere scettico su questi nuovi gruppi, bravi quanto siano, che sembrano aver trovato la lampada di Aladino, influenzati dall’innovativa degli inserimenti jazz a tutti i costi.
Di sicuro più in là avrò maggiori possibilità di poter approfondire il discorso TDEP, nel frattempo consiglio caldamente l’ascolto di questo disco. Saluti
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