Vi piacciono i Subsonica? Bene. Questi qui non c'entrano niente. O almeno, quando per il web perso m'imbattei in questa peculiare jam band di Philadelfia, dagli entusiasti pareri di utenti d'oltreoceano m'era parso che, volendo fare un parallelo con realtà nostrane, si potessero accostare ai nostri di Torino. M'ingannarono parole come dance rock, electro jam, trance fusion, livetronica. Eh sì, la dimensione live. Sicuramente, da bravi musicisti jam, l'attitudine del quartetto della Pennsylvania è da testare dal vivo, e non su disco.
Attivi dalla seconda metà dei '90, e quindi forse influenzati da un certo atteggiamento elettronico che in quegli anni faceva "il botto", questi ragazzi tentano di introdurre nuove sonorità all'interno del circuito jam. Pare che i loro show raramente abbiano durata inferiore alle tre ore, spesso in club o in raduni dalla forte componente rave/danzereccia.
Questo "Planet Anthem" uscì lo scorso anno, e dopo attenti ascolti posso dire che i Disco Biscuits non sono niente di trascendentale: non ci sono particolari virtuosismi, né incroci inusitati tra la ruvidezza del rock e la ruffianeria della dimensione discotecara. Quanto alla loro menzione (frequente, nei siti specializzati) tra i vari mostri sacri della scena jam, mi pare assolutamente fuori luogo, e non solo per via del diverso genere suonato. Ripeto però che essendo una live band tocca vedere cosa ti combinano sul palco.
Ma passiamo alla tracklist: l'apertura è affidata a "Loose Change", che malgrado un testo banale (che però mi piace, perché se la prende col denaro, ndr) mi ricorda un po' i Tears for Fears e ha un ritornello costruito su linee melodiche molto belline, anche se non del tutto inedite. I due singoli sono "On Time" (ma chi è e cosa diavolo farà mo 'sto TU PHACE?!..), la quale innesta subito il disco funky - ed è esattamente quello che ci si aspetta da una band che si chiami con il loro monicker - e "You & I", che è un dance-rockaccio intriso di suoni house e liriche idiote (che i Subsonica non si sognerebbero mai di scrivere :-) Queste canzoni orienterebbero il disco su sonorità cialtrone e in fondo prevedibili, poi però partono gli arpeggi lenti e riverberati di "Widgets" e un fantasma radiohediano fa la sua comparsa sulla soglia. E se non altro mischia le carte in tavola.
Chiedo perdono per i continui riferimenti ad altre realtà musicali, ma è per rendere meglio l'idea delle variegatissime influenze presenti in questo album. Detto ciò, in "Uber Glue" l'elettronica si fa più raffinata e mi ricorda dei Faithless, così come il trip hop di "Rain Song", cantata da una sconosciuta ospite femminile, potrebbe figurare in una tracklist dei Groove Armada. "Sweatbox" sembra invece la brutta copia di "Hey Ya" degli Outkast. La penultima traccia, "Vacation", è forse l'episodio migliore del disco, ma trattasi di qualcosa che è poco più di una power ballad e poco meno di un midtempo, e torniamo così in pieno territorio rock-pop..
La produzione è molto buona, curata come del resto si richiede a chi si cimenti con suoni elettronici. I testi sono il più delle volte banali, ma giustamente pagano uno scotto che è proprio della musica pseudo-danzereccia.
"Planet Anthem" convince a metà: in certe parti contiene esattamente quello che ti aspetteresti, in altri ti spiazza. E' sì eterogeneno, ma senza essere compatto: nella gran varietà di stili, alcuni episodi - come ad esempio la beatlesiana "Fish out of Water"- riescono persino a stonare. Per il resto, niente si aggiunge a quanto già detto dalle miriadi di tentativi di coniugare musica suonata e musica sintetizzata.
Punto a favore il bell'artwork by Storm Thorgerson, che negli ultimi tempi si è un po' fissato con le figure umane incartate (che sia segno dell'accartocciamento generale dei tempi in cui viviamo? ndr)
Che altro dire? Nei tempi regolamentari, Subsonica battono i Disco Biscuits due a zero.
Tracce chiave: Rain Song, Vacation, On Time, Loose Change
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