«It came from Detroit» ... Parafrasi del celebre «It came from Memphis» di Robert Gordon che si adatta alla perfezione ai Dogs, oscuro gruppo proto-punk originario di Lansing, provincia di Detroit, ma presto adottato dalla scena losangelina. E nei '70, venire da Detroit poteva significare una sola cosa: devozione assoluta al culto di Stooges ed MC5, in forma e sostanza.

Power trio formato da Loren (voce e chitarra), Mary (basso) e Ron (batteria), il gruppo vive nella seconda metà dei Settanta il momento di massimo splendore, riuscendo a pubblicare due 7" per un totale di cinque brani, «John Rock'n'Roll Sinclair / Younger Point Of View» e «Slash Your Face / Fed Up / Are You A Boy Or Are You A Girl»; in quegli stessi giorni, «Younger Point Of View» è inclusa in «Saturday Night Pogo», polverosa compilation (terza uscita per la gloriosa Rhino Records) dedicata al manipolo di sbandati che bazzicano i club di Los Angeles nel 1978 (oltre a loro, tra gli altri, Vom, Dils e Droogs); secoli dopo, nel 1990, «Slash Your Face» fa mostra di sé nel primo volume di «Killed By Death», straordinaria serie dedicata ai gruppi più derelitti del punk mondiale.

Fino ad arrivare al 2000, quando la Dyonisus dà alle stampe «Fed Up!»: tredici brani, di cui quattro in studio e nove dal vivo (incisi discretamente), risalenti al biennio 1976-1977, fatta eccezione per la conclusiva «Dog In The Cathouse».

Dagli Stooges ereditano il suono monolitico, dagli MC5 il piglio barricadero; i Dogs ci aggiungono di loro abbondanti dosi di grezzo rock'n'roll (tipo gli Who dal vivo a Leeds, e non a caso si cimentano con «Shakin' All Over») ed un tocco di psichedelia heavy (un po' Blue Cheer un po' Blue Oyster Cult). Ne viene fuori un piccolo gioiellino, nel solco tracciato da gruppi di culto come Sonic's Rendezvous Band e Destroy All Monsters: questo disco non può mancare nella discografia di ogni cultore di anfetaminico punk'n'raw.

Almeno due brani meriterebbero di assurgere al rango di classico: «John Rock'n'Roll Sinclair» è sangue e sudore, passione e furia, una voce scartavetrata ed una chitarra urlante, figlie della foga con cui la Johnny Winter And travisa «Johnny B. Goode» sui palchi di mezzo mondo, è rockandroooooll nella sua essenza più rude e verace; «Slash Your Face» sono i Motorhead di «Killed By Death» alle prese con gli Husker Du di «Ice Cold Ice» o viceversa, ma il risultato non cambia, e in questi tre/quattro minuti ci sono i prodromi di tanto di quell'hardcore a venire che fa impressione pensarci.

Ottimo anche il resto del repertorio, tra le rese deflagranti di «Black Tea», «Shakin' All Over» e «Are You A Boy Or Are You A Girl» ed una «Slither» che rinuncia alla velocità per guadagnare in pesantezza, fino ad una «Tuff Enuff» esplicativa sin dal titolo.

Menzione d'obbligo per la percussiva e martellante «Sleaze City»: se solo esistesse un video della splendida bassista Mary che fa headbanging al ritmo forsennato degli yeah-yeah-yeah e scatena la valanga dei suoi riccioloni neri, questo sarebbe decisamente un mondo migliore.

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