Parlare di questo lavoro, come di ogni opera ultima, non è mai troppo facile. Vorrei farlo evitando le solite parole melense e i déjà-vu che si associano ad una figura poetica mai sufficientemente definita (troppo spesso vittima di cattive interpretazioni), come quella di Jim Morrison.
Per rendere minimamente conto delle tracce contenute in questo lavoro è necessario trascenderle, intenderle in una stanza buia, assisterle in un silenzio immobile. C'è la notte scura in questi brani, una fosca notte degli anni '70, il suono vero, le sensazioni analogiche. C'è il profumo di agghiaccianti notti invernali, di allucinazioni e deliri, ma in certi tratti anche il profumo dell'estate, conturbante sensualità, lembi di pelle tra sete sottili, abiti lievi, dolci seni da incontrare con labbra umide. Serate e notti lasciate alla nostra adolescenza, o forse, internalizzate e nascoste in momenti d'infanzia dimenticata.
C'è la malattia in quest'opera: la malattia vissuta, provata da dentro, la sensazione di essere ammalati e fuori posto. Ci sono emozioni sporche in questo vinile, i peggiori lati oscuri dell'individuo che, come in un esorcismo, sono allontanati e rarefatti in un affresco artistico ordinato e coerente. L.A. Woman si porta via le dolenti perversioni del '900, le porta al cimitero della civiltà, le conduce con i suoi ritmi cadenzati e ripetitivi al proprio ossario, con i versi che altri definiscono maledetti, ma che mi sento di ritenere unicamente profetici. Jim Morrison, intellettuale dalla profonda voce ipnotica, nel mare di ottimismo e di entusiasmo che scuoteva la schiena del movimento Hippie (con le sue utopie, le sue allucinazioni, le sue summer of love), percepiva già l'avvento della caduta, totale, definitiva e inappellabile della civiltà moderna. In quelle strofe prestate a un rock bruciante, ad un macabro blues, aveva già presagio della prossima sventura, della fine indolente; in primo luogo la propria.
Un disco che lontano dalle solite paramnesie, dalle trite parole, lontano dai soliti aggettivi sciamanici, ci conduce all'essenza della musica di un'epoca e ad una poetica fuori dal tempo: una corsa notturna a fari spenti, tra la pioggia autunnale di Love Her Madly, nel blues oscuro di Car Hiss By My Window, nell'anatema de L'America (composta originariamente per il cineasta Michelangelo Antonioni), passando per le derive psichedeliche di The Changelin' e per l'austero pomeriggio di Hycinth House sino a sconfinare negli interminabili, tormentosi temporali di Riders On The Storm, lugubre riflesso di un luogo malato e buio, senza alternative.
Questo L.A. Woman, nel 1970, seguiva le amare delusioni di Morrison Hotel e lasciava d'un tratto riaprire la vena ormai secca, fluire nuovo sangue e, con esso, quella pulsante creatività che caratterizzò i primi lavori della band. Nonostante qualche tizzo di brace mancasse di spegnersi, la crisi di Jim Morrison era ormai una visuale aperta sul precipizio. Gli ultimi giorni nel conforto romantico di Parigi, alla ricerca di un milieu culturale che potesse lenire i dolori, non servirono che a posticipare la definitiva chiusura delle "porte" di casa Morrison, l'afosa notte del 2 luglio 1971. Pochi giorni prima, Morrison aveva rilasciato la sua ultima eloquente dichiarazione alla stampa: "Per me, non si è mai trattato di un'esibizione [?]. Era una questione di vita e di morte, un tentativo di comunicare, di coinvolgere molte persone nel privato mondo del pensiero". Abbandonato dalla famiglia, scoraggiato dal mondo, fu inumato nel cimitero parigino di Père Lachaise, vicino a Balzac, Baudelaire e Proust. Sulla sua tomba, destinata a diventare uno dei grandi luoghi del rock, campeggia l'unica epigrafe possibile: "James Douglas Morrison - Poeta, Cantante, Compositore".
Manzarek (tastiere, organo, pianoforte), Krieger (chitarre) e Densmore (batteria), non paghi dell'ultimo conturbante epitaffio di L.A. woman, tentarono - e gli astri non gliene vogliano - altre e meno fortunate incisioni. L'assenza della voce fonda e ipnotica di un profeta svelava inequivocabilmente i limiti di buoni musicisti con un'eredità pesante e senza più anima.
Carico i commenti... con calma