L. A. WOMAN
1971: anno dell’ultimo respiro, dell’ultimo sussulto, delle ultime emozioni, delle ultime visioni. Le porte sarebbero state chiuse per sempre dal padrone di casa o per meglio dire dalla sua tragica morte. Ma così non successe. Quelle porte furono riaperte subito dopo dagli altri componenti della famiglia riempiendo un vuoto incolmabile, cercando invano di prendere il posto del capofamiglia scomparso o cercandone sostituti nella vicina ma così lontana campagna del Rock. Il loro luogo era qualcosa di speciale.
Jim, il padrone di quelle porte, dice, vicino alla sua morte, di essere un “changeling”, uno che si trasforma spesso, con molte facce, “i soldi ce li aveva e non ce li aveva, era dappertutto”. Aveva amato follemente una donna e per un certo periodo si era sentito tremendamente triste, forse in una prigione, da solo, dentro e fuori, invocando un atto di pietà da parte della sentinella o un perdono della sua donna, Pam. Era stato nella città accesa di Los Angeles, tenebrosa, incontrando piccole fortunate signore, angeli sperduti e magari il sesso. Storie americane le sue con uno sfondo a volte desertico e irreale in compagnia di donne o dei suoi compagni d’avventura nei viaggi allucinati nelle terre del faraone, delle profezie dei negri piumati della foresta. Storie reali le sue, testimoni di una vita sempre in bilico, di uno spirito poetico incompreso e interprete di una condizione umana vogliosa di vita, trasgressione ma anche triste e contraddittoria, a cavallo della tempesta… a cavallo della tempesta...
A cavallo della tempesta
E' in questa casa che siamo nati
E' in questo mondo che ci s'è gettati
Come cani senza un osso,
Attori dati a prestito
A cavallo della tempesta…
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