Sapete che mal sopporto le multi recensioni... transigo, da sempre, a questa mia regola SOLO per i Doors e James Douglas Morrison.
“Voglio raccontarvi una una storia. E’ successa pochi minuti fa, proprio qui a New Haven nel Connecticut “. Precisissimo nei dettagli, spiega di essere andato a cena, di aver incontrato questa ragazza che voleva un suo autografo e di essere andato con la giovane nella doccia per fare “conoscenza” Quando inizia a parlare dell’arrivo del poliziotto, Jim divide il racconto in due personaggi: lui e quello di un poliziotto imbranato, maleducato e un po’ ritardato. I poliziotti appostati attorno al palo sono visibilmente offesi dalla descrizione ed è probabilmente questa la causa dell’arresto di Jim qualche minuto dopo. Conclusa la narrazione degli eventi accaduti dietro le quinte, Jim esaspera il crescendo della canzone urlando “We want the whole fucking world and we want it... NOW!” - sabato 9 dicembre 1967 dalla Bibbia “Jim Morrison & I Doors On The Road” di Greg Shaw (recensito qui sul debaser con la nobile introduzione del Maestro)
Perché se non contestualizziamo non ci si salta fuori.
Come va Jim?!
Di merda, Conte
Come di merda, Jim?! Cazzo sei il Top in questo momento!
Non me ne frega un cazzo, anzi proprio questo mi fa schifo
Dimmi bene Jim...
Semplice Conte, dall’alto il potere ti vuole solo inquadrato ed ubbidiente mentre tra il popolo c’è totale ignoranza. La gente si fa abbindolare e schiavizzare... credevo di poter far qualcosa, ma è tutto inutile...
Otto mesi prima della pubblicazione dell’album James Douglas stava messo così.
A dire il vero la magia era già svanita da mesi. Era bastato un anno per far capire al ragazzo cosa avrebbe voluto dire aver successo. Il Whisky a Go Go, il primo album, l’atmosfera elettrizzante del Sunset Strip, l’energia vitale e spontanea di quei momenti erano apparsi e svaniti in un lampo.
John, Ray e Robby invece erano felicissimi, il sogno si era avverato. Appena due anni prima erano in giro con una demo che non si cagava nessuno ed ora erano i Doors al massimo del successo. Per loro andava tutto bene, per un musicista “normale” era giusto e logico fosse così...
E quindi che si fa Jim?!
Non lo so Conte, non lo so davvero...
Non sono un musicista, la musica era il veicolo per andare oltre, per provare a scuotere le coscienze... è stata una breve ed effimera illusione nella mia mente; questo mondo non cambierà mai anzi peggiorerà sempre di più.
E i ragazzi, la band... Pamela?!
Non lo so Conte, davvero non so... vedremo...
I “famosi” viaggi acidi erano già finiti perché in realtà James Douglas non fu mai un grande consumatore di trip. L’acido doveva servire ad aprire la mente e/o altre “porte”.
Non era uno sballo alla cazzo di fattone. L’erba non gli è mai piaciuta perché sedava oltre ogni limite l’essere umano, ancora peggio l’eroina vera arma del potere per annichilire e annientare i movimenti giovanili.
Ecco perché Jim non è mai stato vicino o attratto dai movimenti hippie/pacifisti.
Ne condivideva i valori ma si accorse da subito della mancanza di unità, forza e volontà di andare oltre una canzone o un sit in. L’offerta eccessiva di musica diventava addirittura, insieme alle droghe, qualcosa che frenava gli ardori e assopiva le menti.
Arrivò a bollare il movimento dei figli dei fiori come “un fenomeno piccolo borghese” e ad urlare “siete un branco di fottuti idioti” al pubblico che si lasciava pestare dalla polizia.
L’amato alcol era ciò che ci voleva perché faceva pensare meno allo schifo che aveva intorno e nello stesso tempo illudeva di poter riuscire ad affrontare tutto nel miglior modo possibile.
Era durissima, ma non c’erano alternative... o così o scappare via lontano...
Perché se non contestualizziamo non ci si salta fuori.
“Celebration Of The Lizard”, uno dei cosiddetti grandi album mai nati.
Dopo l’uno-due dell’anno precedente il pubblico attendeva con impazienza il terzo album della band e l’Elektra premeva a tutta per sfruttare il momento (a proposito del potere). La genesi fu completamente differente. Mentre i primi due album avevano tutte le canzoni già create, provate e perfezionate durante le esibizioni live, il nuovo album non ebbe il tempo necessario. La Celebrazione della Lucertola che doveva essere l’apoteosi del disco tenendo un’intera facciata non riuscì ad emergere e... James Douglas, o Jim, o Jimbo - a seconda dei momenti - era spesso fuori sinergia con il resto della band e con i produttori/manager.
Ne derivarono prove faticose e disastrose.
Per chi ama la band WFTS è comunque un grande album perché rappresenta il momento del passaggio da band emergente a band acclamata e di successo.
(L’album fu il maggior successo commerciale del gruppo).
Inferiore ai primi due per qualità media ma soprattutto per la poca amalgama tra i pezzi scritti in momenti diversi e qualcuno arrangiato di fretta. Ma le canzoni sono belle, nel mio personale gusto “Five To One” e “Uknows Soldier” rientrano nel gruppo dei migliori pezzi dell’intera discografia. E l’evocativa “Love Street” completa il mio trittico di pezzi preferiti dell’album.
“Five To One” mi ammazza e mi inquieta ogni volta.
“La furia espressa dalla canzone spaventò persino i fan da più lunga data dei Doors”
(cioè due anni prima, notare come in quegli anni due anni e due album sembrassero venti!). E sembra che proprio all’incazzatura di Morrison dobbiamo questo pezzo. Quando Jim disse a John durante una pausa prove di mettersi alla batteria e di buttare giù un ritmo duro, pesante e primitivo (porco zio!) che si era rotto il cazzo. L’alcol (e l’incazzo) sono la sintesi del rabbioso e bavoso cantato. Cosa vuol dire poi 5 contro 1?!
Perché di tutte le risposte che si sono cercate ... forse la verità era nei tre compagni più Rotchild e Botnick “contro” di lui?!
“Unknows Soldier” è il vero manifesto contro la guerra. Altro che collanine freak, chitarrina attorno al falò o marcia cannaiola pacifica di protesta. “Vi rendete conto di quello che succede in guerra?! Quello squallido massacro che ci mostrano alla televisione ogni giorno?!”, sboccava Jim a chi gli chiedeva in merito. Il singolo non venne trasmesso in radio, troppo diretto e “politicizzato”. Ma il video, unico ai tempi, e soprattutto la teatralità della sua esecuzione live diventeranno leggenda (quanto amore di Jim per il Living Theatre!)
“Love Street” è l’amore per Pamela, la loro casa (mai veramente goduta), a metà tra “Crystal Ship” e “People Are Strange”. Si trovava a Laurel Canyon Boulevard poco sopra al Sunset Strip proprio lì dove accadeva tutto. “In tanti abitavamo li - e giù nomi da Zappa ai Byrds - Tutti entravano e uscivano da questa o quella casa e tutti si scambiavano dolcetti vari. Nei fine settimana, tutti lasciavano aperte le porte di casa e si poteva sentire tutta questa musica strabiliante spandersi nell’aria” Jimmy Greenspoon - Three Dogs Night.
Nessuno probabilmente conosce davvero i Doors e ciò che accadde in quei meravigliosi affascinanti e deliranti anni con loro e tra loro. Una band unica come il sound che produsse. Si parla spesso di band seminali... beh allora i Doors lo sono di un suono che riproporre, anzi solo avvicinare, è impossibile. Un suono che non puoi ne definire ne catalogare perché sbaglieresti sicuro. E l’atmosfera dentro e attorno alla Band è un’altra di quelle storie... tanto tanto anni sessanta.
Il vile sfruttamento dopo la morte, l’allucinante meschino e viscido sciacallaggio della persona di James Douglas Morrison rappresentano esattamente ciò che il ragazzo pensava. Il potere ti usa, non ti lascia libero, ti opprime e, nel suo caso, se hai la sfiga/fortuna di crepare, da morto ti distruggono definitivamente da veri vigliacchi.
Ma pure questo, alla fine dei giochi, è solo Rock’n’Roll.
Come dico sempre, per eventuali nobili giovani debaseriani che verranno e che avranno la fortuna di amare questa band unica... fatevi abbagliare dal debutto ma non dimenticate questi album... hanno tanto da darvi.
Per le recensioni come si deve, nel debaser ne avete già un paio molto belle. Questo è semplicemente un “omaggio” dovuto.
Nobili saluti.
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