Gli Eastern Dark furono e sono tuttora un brandello di cuore strappato e migrato in Australia, e mai più ritornato. Oppure solo un’altra storia di note degna di essere raccontata.
Correva il 1984, quando James Darroch, bassista nei quasi affermati Celibate Rifles, abbandonò i vecchi compagni di ventura alla ricerca di nuove strade da viaggiare, imbattendosi in Bill Gibson, a sua volta reduce dalle scorribande garage punk con i Lime Spiders, e Geoff Milne.
Gli inizi furono quelli di ogni banda che si rispetti, quando ci si annusa solo per capire quanto siano profonde le affinità e solidi i presupposti: chiusi in garage per intere giornate, accordando modi e stili, rodando chitarre, bassi e batterie e macinando tutti i classici del rock’n’roll che passavano per la testa di ognuno dei tre.
Per loro, i classici da mandare a memoria e scolpire profondi nel cuore furono i Ramones e le prime prove aggredirono l’intero repertorio dei fratelli nuovaiorchesi: niente Elvis, niente Beatles e niente Rolling Stones, solo Joey, Johnny, Dee Dee e Tommy. Me ne innamorai all’istante, fu il più classico dei colpi di fulmine.
Giorni e giorni spesi in quel bugigattolo diedero i frutti sperati, per cui i ragazzi mossero il passo successivo: c’era da scegliere il nome per il complesso.
Ora, se uno vuole fare le cose per bene, scegliere il nome per una banda è impresa ardua, molto più che scegliere il nome per il pargoletto; matematico che, se ci si siede a tavolino e si avvia una tempesta di cervelli, non ne risulterà niente di buono. Al contrario, il nome perfetto è quello che viene fuori nel modo più inatteso, quando uno nemmeno ci sta lontanamente pensando al nome per battezzare il gruppo, ma invece sta leggendo un libro o gustando un film e qualcosa rimane impresso e dopo giorni, settimane, mesi, il qualcosa riaffiora e avviene la folgorazione: ma certo, che stupido a non averci pensato prima, questo è IL nome.
Ora, il caso volle che James fosse un accanito divoratore di fumetti e, tra questi, le strisce The Phantom – qui da noi L’Uomo Mascherato – e quando si trovò in mano la 134 «The Guardian Of The Eastern Dark», eccola la folgorazione: The Eastern Dark. Bill e Geoff concordarono, attratti forse dalle cupe tenebre d’oriente calate a nascondere sacrifici umani e schiavitù contro cui si batteva l’Uomo Mascherato.
Quel nome sinistro si rivelò presago di sventura.
Ma non per il momento, che fu poi quello di uscire dal garage, andare in giro per locali e rimediare ingaggi.
All’inizio non fu affatto facile, perché un conto era suonare nei Celibate Rifles o nei Lime Spiders, un conto negli sconosciutissimi Eastern Dark, e così le prime esibizioni ebbero luogo in piccoli locali dove il pubblico non accorreva di certo e quel poco che ci capitava magari neppure li stava a sentire, nel peggiore dei casi furono il sottofondo per una birra consumata al bancone tra amici. Suonavano le canzoni dei Dictators e dei New York Dolls, perfino Alice Cooper, ma i Ramones rimanevano sopra ogni altra passione.
Di certo non demorsero, James, Bill e Geoff; anzi, mostrarono sempre gratitudine nei confronti di chi offriva loro uno spazio e una porzione del proprio tempo. Ma soprattutto non dimenticarono mai i momenti trascorsi in garage a provare e riprovare sul grezzo e sporco canovaccio dei Ramones, ed allora inventarono una storia bellissima, quella di iniziare ogni loro concerto con un brano dei fratelli per antonomasia: fuori sul palco, si presentavano al pubblico e poi … one-two-three-four, una volta era «Beat On The Brat», la serata successiva toccava a «Cretin Hop» e così via, concerto dopo concerto. Me ne innamorai all’istante, fu il più classico dei colpi di fulmine.
Se ne innamorò anche Rob Younger.
Venne il momento di mettere la carne al fuoco e fu il tempo dell’esordio, fu un singolo che rimane scolpito negli annali del rock’n’roll, sempre sotto il segno dei Ramones: «Julie Is A Junkie b/w Johnny And Dee Dee». Julie era amica di Judy e Jackie; Judy e Jackie un giorno finirono a Berlino e si unirono agli Ice Capades, una banda di sbandati del luogo, e la storia non ci dice come finirono, forse morte; Julie invece era un personaggio minore nel film «Rock And Roll High School», il musicarello che vide protagonisti i Ramones; James, Bill e Geoff la notarono in una scena e ci scrissero su questa canzone. Johnny e Dee Dee erano loro, punto e basta. Rob Younger era lì in sala d’incisione con i ragazzi.
Era il 1985 e modo migliore di esordire non poteva esserci.
C’erano pure nuovi pezzi. Rob Younger era entusiasta degli Eastern Dark e si mise al lavoro per produrre un ep.
C’erano nuove date. I ragazzi avevano rimediato una settimana di ingaggi a Melbourne, ora si faceva sul serio. Partirono verso la meta il 4 marzo 1986. Il pulmino su cui viaggiavano ebbe un incidente e finì fuori strada. James morì sul colpo, Bill e Geoff riportarono seri danni ma ne uscirono vivi, dopo alcuni mesi trascorsi in ospedale. Quando uscirono dall’ospedale non vollero nemmeno sentir parlare di una “nuova” formazione degli Eastern Dark, finiti una volta e per tutte il 4 marzo 1986.
Uscì postumo, pochi giorni dopo la morte di James, il bellissimo ep «Long Live The New Flesh», il migliore testamento possibile di una banda che si era dimostrata grandiosa. In copertina, le foto di James, Bill e Geoff quando erano piccini; impressi sui solchi cinque brani, «Walking / Over Now / I Don’t Know The Reasons / No Pictures / Julie Loves Johnny», uno più bello dell’altro. La copertina ti strappava un pezzo di cuore; le canzoni quel pezzo di cuore lo portarono in Australia e da lì non lo lasciarono più andare via.
I sette brani del singolo e dell’ep furono inclusi in una raccolta edita nel 2000, «Where Are All The Single Girls?», bellissima ed imprescindibile.
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