Per la serie avevano inventato il punk e non lo sapevano mica... prima che i Ramones passassero alla storia come i pionieri del genere con tre-accordi-tre in due minuti... prima che non saper suonare fosse ritenuto un pregio... prima che Darby Crash e GG Allin fossero considerati gli alfieri dell'autolesionismo sul palco... prima che il punk fosse mercificato nel disco da comprare in negozio... prima che i Pistols si vedessero cancellati i concerti dai moralisti benpensanti ...prima che per un punk fosse fico vestirsi con le magliette della Westwood taglia S anziché essere un laido panzone XXL con i capelli cotonati.... Prima di tutto questo, tra il 1972 e il 1975, c'erano gli Electric Eels: due chitarristi e un cantante, affanculo il bassista, qualche volta un batterista (Nick Knox dei futuri Cramps).
Nella Cleveland terra di nessuno popolata da zombies musicali (Rockets From the Tomb = Pere Ubu e Frankenstein = Dead Boys), Morton e compagni portavano falciatrici e aspirapolvere sul palco: appena sei concerti tutti interrotti per l'intervento e gli arresti della polizia chiamata dal gestore del locale, appena un singolo pubblicato solo nel 1978 dalla Rough Trade chissà perché (eheheh) in pieno bailamme punk. E se non ci fossero le compilation postume oggi nulla avremmo saputo delle Anguille Elettriche, dalle quali tutti hanno fregato un bel po' di volts senza pagare la bolletta.
Non ci credete? Basta la curiosità di ascoltare questa raccolta del 1998 per rendersi conto che, tra registrazioni con la galvanica completamente sbagliata e terribili effetti Larsen delle chitarre, emerge tutta la rabbia del garage-punk quando in "Ciclotron" Dave E. urla la marca del suo frigorifero "Kelvinator! Kelvinator!! Kelvinator!!!" tra le due chitarre sferraglianti di Morton e McMahon. E se magari avete il coraggio di andare oltre, vi accorgerete del loro amore per il glam rock inglese in pezzi come "Jaguar Ride" e "Agitated", per mastro Iggy in "You're Full of Shit", per il caos beefheartiano in "No Nonsense".
E mentre in Inghilterra trionfava la pompa magna di Yes e Genesis, cui sembravano affidate le magnifiche e progressive sorti del monumento rock, dall'altra parte dell'oceano la solita selvaggia formula dei tre accordi suonati al massimo volume apriva crepe e faceva cadere calcinacci da quel vecchio edificio. Però oggi Wakeman e compagnia ci sembrano lontani "peggio" di Mozart e Beethoven, invece un outtake da questo disco potrebbe benissimo essere uscito stamattina 24 febbraio 2008, assieme a qualche "novità" di Jon Spencer o dei White Stripes.
Da uno a cinque a seconda che vi prenda alle frattaglie o al cuore... in entrambi i casi The Electric Eels hanno raggiunto lo scopo.
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