Fuori dallo spirito comune delle etichette discografiche imperanti, la Konkurrent ha sempre operato sull'istinto dell'arte. Ovvero l'arte senza alcun taglio programmatico. La serie "In The Fishtank" ne è l'esempio più calzante. Prendi una band, magari aggiungine un'altra e chiudili in studio per due giorni.
I risultati possono essere vari, l'unica matrice associabile rimane la veridicità. Una riproposizione del vero. Ed è proprio di riproposizioni reali, tracciati di dissidi quotidiani e malessere globale che si occupano i The Ex, attivissima (ed attivista) band olandese dal retaggio Post Punk. A fare il paio con tanta materia vi è l'astrazione dei Tortoise. Ciò che succede qui non è altro che il perfetto bilanciamento delle due anime, che vanno ad intersecarsi, fino ad assottigliare e, gradualmente, ridurre la linea di confine tra i retaggi diversi. E' come se i Tortoise, anzichè flirtare con il Progressive, si fossero andati scarnificando negli anni. Oppure, se vogliamo, è come se i The Ex fossero nati in era Post Rock (e ciò non esclude che nella loro ventennale carriera non ci siano già, per certi versi, passati).
"The Lawn Of The Limp" sintetizza l'intero iter in quattro minuti, senza dover ricorrere all'eloquenza delle parole. Parole che, invece, si fanno sentire in "Pooh Song (Christopher Robin's Nightbear)", frutto del retaggio poliedrico color arancio. Feedback che giocano a nascondino in modalità random ("Central Heating", "Huge Hidden Spaces"), suggestioni World sbilenche ("Pleasure As Usual") e recupero Punk progressista ("Did You Comb"), invece, costituiscono l'ossatura sulla quale si regge l'opera.
Se è vero che per i The Ex il tempo sembra non essere mai passato, i Tortoise da qui in poi inizieranno ad incespicare più volte, percorrendo sentieri tortuosi, dai quali ancora non sono riusciti a venir fuori.
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