Il rock’n’roll, il conflitto generazionale, padre ti voglio ammazzare, madre ti voglio … non si sa bene cosa.

Tutte cazzate.

The Exbats è Inez McClain – cantante e batterista – che da una decina d’anni si porta dietro papà Kenny a suonare la chitarra su improbabili quanto demenziali inni garage (pop) punk, alla faccia del conflitto generazionale.

Funziona? Altroché se funziona, quattro album stanno lì a testimoniarlo insieme a una valanga di demotape, singoli ed ep regalati a destra e a manca, fino a che uno dei fratelli Oblivian – Eric – si accorge di Inez e Kenny e se li porta alla Goner, che pubblica nel 2021 “Now Where Were We” e tra un paio di mesi “Song Machine”. Anche se poi il suono garage che viene fuori da tanti vinili di Oblivians è quanto di più lontano da quello che viene fuori dai vinili di Exbats; e la distanza è ancora di più dopo “Now Where Were We”.

Album di transizione, il quarto Exbats, dove il garage resiste come ideale attitudine e il pop prende il sopravvento, come Mamas & Papas centrifugata con Ramones – il primo embrione, il terzetto con Joey alla batteria e Dee Dee alla voce – e se i primi tre arrivano sparati come un centometrista “Now Where Were We” ha più il passo del mezzofondista.

Il lato a funziona a meraviglia, tra i coretti flower che farciscono “Coolsville USA”, “Best Most Least Worst”, “Best Kiss” e “Hey New Zealand”, l’elettrizzante sbandata country che fa deragliare “Practice On Me” e il folk da bivacco che riscalda “One Foot In The Light”.

Il lato b funziona quasi altrettanto bene, trainato dal fantasmatico riff garage che riaffiora in “Ghost In The Record Store” e “Like A Son” ma soprattutto da una “I Don’t Wanna Feel Dead” rubata a Shangri-Las o qualche altro gruppo vocale tutto al femminile in voga negli anni ‘60; funziona meno bene nella vaga onda psichedelica che sommerge “Drop The Rebound” e decisamente male nel tentativo di rifare Violent Femmes nella conclusiva e sinceramente sbracata “I Don’t Trust Myself Around Jesus”.

Se poi l’album non è da massimo dei voti – per quelli suppergiù, con rigore garagista, rimando alla raccolta delle primissime cose “E Is 4 Exbats”– se li prendono invece e a prescindere le copertine di fronte e retro e sopra ogni altra cosa l’attitudine un po’ scanzonata un po’ delirante di Inez e Kenny.

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