Inutile ricordare chi sia Mark E. Smith o ribadire cosa abbiano rappresentato i (suoi) Fall all’interno del rock meno allineato, bastardo e spurio a partire dalla seconda metà degli anni ’70.
Quel che conta è che il ringhio invasato, sconnesso e inintelleggibile del nostro continui ad essere parte integrante della risolutezza e lucidità compositiva di questi nevrotici e sbilenchi, eppure coerenti, nove frammenti.
La mescola tra calcestruzzo post-punk ("Y.F.O.C./Slippy Floor") e il countr'n'western in cartavetro ("Cowboy George") consente di posizionare questo ennesimo e per ora ultimo, 28° lavoro in studio(!) pubblicato a metà dello scorso anno, su un gradino sufficientemente elevato (o rasoterra, fate Vobise) nella trentacinquennale, tribolata & fratturata carriera dell'irascibile Braccio Di Ferro, Mr.Smith.
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