In quel di Los Angeles in quel primo lustro degli anni '80 nella scena underground musicale l'ecletticità era la normalità, e se questo gruppo viene appurato fenomenalmente freak in mezzo a tutti "fenomeni", possiamo constatare che effettivamente c'è qualcosa in loro che attira verso inusuali lidi che non sono stati messi in conto.

La gratuità è totale dove si va ad usufruire di percorsi musicali di avanguardia rock che non stuzzicano alcuna corda consolatoria in noi, ma che fanno accendere la lampadina del "chi va là" stimolando una voglia di tradurre queste sinuosità musicali, accettando la sfida perché si sente una puzza di bruciato di un divertimento nascosto, cinico, che gioca sul bordo del precipizio con un bel sorriso stampato in faccia.

Ed è proprio questo sapore "agrodolce" ad attirare in un circo burlesque dove è il contorsionismo errante della nostra psiche che fa il trapezista, il giocoliere, il domatore, il clown. E il gaio è scatenato coinvolgendo anche altri chakra, cosicché la lettura impersonale risulta beata nella sua mancanza di confronto, ergo di solitudine. Il galleggiamento permane comunque nel cambiamento della densità del fluido in cui siamo immersi, dove l'ensemble ci nutre con un ardore di una fiamma gelida che ci fa stare concentrati nell'attenzione di grotteschi musicali che si aggrovigliano logicamente, incuriosendo la nostra gnosi sul dove si andrà a parare, non solo in senso matematico.

Se si subodora una presa in giro bizantina sarà che un paio del gruppo (John Dentino, Joseph Berardi) richiamano italiche origini e gli altri componenti, Ron Stringer e Tom Corey, avallano il teatrino estraniante, destabilizzato ulteriormente dalla bizzarria di Magie Song. E dunque Rota, Theodorakis e Morricone si intersecano negli anfratti delle composizioni come lingue autostradali che collegano la sterminata superficie di Los Angeles suggerendo una deviazione che ti fa sudare freddo vista la destinazione non pervenuta.

Come non bramare l'ambigua bellezza depistante della cantante (Magie Song appunto) che coi suoi gargarismi armonici, oltre che le sue enigmatiche mise da vamp, apre la strada ad una commedia che non è stata ancora contemplata.

E allora questa nicchia oltre l'eccentrico esiste, e viaggia parallela a noi e la barriera di gelatina distorce la comprensione ma calamita un'entrata in questa vaselina che lubrifica stranezze d'élite che non chiedono proselitismo, accolgono a braccia aperte e salutano a braccia aperte. A voi la scelta...

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