Ormai da qualche anno a questa parte McCartney ci ha abituati a continui cambi di stile alternando dischi alquanto convenzionali con esperimenti di musica elettronica e classica ma suscitando a volte qualche perplessità sulla qualità e sulla necessità di dare alla luce dischi abbastanza inusuali per la sua attitudine di eccelso compositore. Io stesso da fan incallito e conoscitore di tutto quello che Paul non solo ha pubblicato ma di tutto quello che ha registrato e mai pubblicato (almeno credo), sono rimasto positivamente sorpreso all'ascolto della sua nuova fatica discografica in quanto ci troviamo di fronte ad un perfetto incrocio tra sonorità sperimentali con melodie tradizionali very McCartney.
Dal 1993 McCartney/Fireman aveva pubblicato due album (techo-house il primo, ambient-trance il secondo) che sono stati poco apprezzati sia da pubblico che da critica; considerati abbastanza eccessivi e pretestuosi nei suoni troppo spinti, ossessivi e anche noiosi data la durata degli album. Questo "Electric Arguments" invece ci consegna un McCartney vivace nel distribuire come al solito melodie efficaci e vincenti, anche se apprezzate maggiormente dopo più di un ascolto, abbellite da suoni onirici e psichedelici vari e ammalianti. Pensate allo stesso Paul che si fa accompagnare dai Radiohead e dai Sigur Ros. Finalmente Fireman ha fatto un disco completamente cantato e più vicino alla forma canzone e finalmente Paul McCartney ha fatto un disco meno tradizionale e più incline alle sonorità più underground! L'album però inizia con un colpo da maestro: "Nothing too much" esula dal sound complessivo dell'album in quanto evoca i fantasmi di una "Helter Skelter" rallentata e dimostra ancora ai più scettici che con un pò di buona volontà il Nostro ha ancora una delle voci più potenti e duttili della storia del Rock!
"Two Magpies" ci riporta ai bozzetti acustici a cui siamo abituati da circa quarant'anni. "Sing the changes" potrebbe essere il singolo giusto per far vendere e conoscere questo disco a tanta gente se solo la maggior parte delle radio non fosse già prevenuta sulla musica attuale di Paul (ma come si fà a non mandare un singolo così acchiappa orecchie???):pensate a Paul che che viene accompagnato dagli U2 piu pop. "Travelling light" è uno splendito alternative folk lento e cantato in tonalità bassissima. "Highway" è un rock che sembra provenire dagli Wings di metà settanta e che fa immaginare seduti a sfrecciare su una una cadillac proprio sulle highways americane: molto trascinante. "Light from your lighthouse" è uno sbilenco country che prende a primo ascolto e che la si potrebbe gia immaginare suonata dal vivo. Con "Sun is shining" ci troviamo di fronte al classico McCartney la la la la e tutto sorrisi di sempre con contorno di synth qua e là senza rovinare il brano. "Dance 'til we're high" sembra un brano di Brian Wilson con la produzione di Phil Spector: un piccolo capolavoro di melodia e produzione per una musica che oggi moltano stentano a produrre. Dalla nona traccia inizia la parte del disco più sperimentale, nel senso di un allontanamento dalla classica canzone McCartniana per una produzione fatta di brani meno cantabili ma non per questo meno affascinanti. Si nota maggiormente la mano dell'alter ego Fireman.
"Lifelong Passion" e "Is this love" accennano ancora alla forma canzone ma sono più ipnotiche e psichedeliche con percussioni tribali la prima e sognanti mantra la seconda. "Lovers in a dream" contiene un ossessivo canto su una base che parte alla Pink Floyd epoca Umma Gumma e finisce con martellante sfondo techno. "Universal here" è un vero e proprio trip sonico da cinque minuti e l'ultima "Don't stop running" è un brano che parte con chitarre acustiche meravigliosamente trattate e finisce proprio come dice il titolo con una corsa a quella melodia orecchiabile e ritmata allo stesso tempo che pervade tutto l'album e che vorresti non finisse più (l'album dura 63 minuti circa). Insomma l'album lo consiglio in primis agli amanti di McCartney che sono fan ma che hanno obiettivamente criticato anche prove opache del Nostro. Lo consiglio a chi ancora pensa che John Lennon ha rappresentato l'avanguardia nei Beatles e Paul produceva musica per le nonnine come diceva proprio Lennon (si vede che non si conosce bene tutta la produzione dei Beatles).
Lo consiglio a chi ama una certa musica che si fa ascoltare volentieri ma che non disdegna anche qualche contorno alternativo. Se mi fossi fermato al 1970 avrei pensato che Paul McCartney fosse uno dei più grandi compositori che la musica contemporanea abbia prodotto; dopo 38 anni penso con certezza che McCartney è uno fra i più grandi sperimentatori musicali di sempre e fra gli artisti più eclettici ed eterogenei che ho avuto il piacere di apprezzare. Prima di affermare ciò (che per qualcuno suonerà esagerato) ho passato circa 20 anni anni e migliaia di ore ad ascoltare il Nostro nei suoi 36 dischi da solista e 15 da Beatle, più 5 dischi lasciati negli archivi insieme ad altre 300 canzoni non ancora pubblicate. Ascoltate ascoltate ed ascoltate ragazzi: McCartney è un universo tutto da scoprire. Partire da "Electric Arguments" non è una cattiva idea. Buon ascolto a tutti!
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