La mente di Wayne Coyne è un universo in costante evoluzione, in continua espansione, alla spasmodica ricerca di nuovi orizzonti. Probabilmente la meta del suo vagare gli è totalmente sconosciuta.
"24 Hour Song Skull" è un mostro, 24 ore, il delirante frutto delle sue ossessioni. Pochi si sono spinti sull'orlo dell'orizzonte degli eventi di quel spaventoso buco nero. Ci ha pensato Dave Fridmann a chiudere la sua devastata essenza in una gabbia temporale di 50 minuti, farci scorgere , solo immaginare le meraviglie e gli orrori di una dimensione dove solo poche menti possono vagare senza bruciarsi.
"7 Skies H3" è il ghigno di Wayne Coyne riflesso in un maligno specchio, frantumato e lanciato nel vuoto siderale.
"7 Skies H3 ( Can't Shut Off My Head)" è l'ultimo porto conosciuto. L'atmosfera è sognante, narcotica ma l'inquietudine è nell'aria. Si respira un malsano senso di pericolo.
Il salto nel vuoto.
Siamo lanciati in un'oscura dimensione, il freddo cosmico ci assale, siamo liberi ma al contempo chiusi in un claustrofobico cubo . Scossi da onde metalliche, schegge synthetiche ci sfiorano, le immagine sono distorte, battiti alieni arrivano da mondi esplorati dai viaggiatori Tedeschi che arrivarono alle porte del cosmo.
Superiamo il nero cancello di " Metamorphosis", galleggiamo in uno spazio senza stelle, ci illuminano solo pochi synth, echi di chitarre, una nenia ci culla in un dolce torpore artificiale.
Un urlo improvviso.
"Riot in My Brain". L'urlo mai udito di Cthullhu ci scuote e ci scaraventa verso lidi amici.
"Cant't Let it go" finalmente paesaggi famigliari, il ritorno. Forse.
I Flaming Lips continuano a fare surf sulle onde delle nostre menti e questa non può che essere una buona notizia.
Carico i commenti... con calma