Dicembre 1999:
"Ultime notizie. Ignoti ladri sono penetrati stanotte nella casa del Mago di Oz portandone via la colonna sonora. Gli investigatori brancolano nel buio".
E' notte. Nel covo regna il silenzio mentre la scatola sta per essere attivata.
I cavi sono stati collegati, la vecchia colonna sonora ha ora un nuovo "cervello" su cui girare.
Moderno.
Tecnologico.
Il maestro di cerimonie declama: "One, two, three, four ..."
Poggia l'orecchio ed ascolta.
Prima a sorpresa, come una cascata buttata giù dal letto (mi ricorda quella delle Marmore, quando si apre l'argine ed il pastore Velino si tuffa sulla ninfa Nera), arriva una famiglia di timpani ad aprire le danze.
Seconda arriva l'arpa, anzi due, a braccetto, una in leggero ritardo sull'altra.
Svegliate nel loro nuovo sogno digitale, rispondono ciclicamente al richiamo di un invisibile direttore d'orchestra, con tutte le loro corde impolverate.
Terzi arrivano gli archi che, assonnati, seguono a fatica, sempre un passo indietro, un ritornello triste-allegro cantato ora dal capo della banda:
Theirs (arriviamo..) is (.. eccoci ...) to (..siamo qui..) win (..pronti ...)
If (..aspettataci..) it (...siamo qui...) kills (...arriviamo..) them (..un attimo ...)
They're (..di riposo..) just (..siamo ...) hu (..qui..) mans (..fermati ...)
With wives (..per pietà ..) and (..non correre ...) chil (..cosi ..) dren (..tanto)
Quarto, ma all''alba del giorno dopo, arriva da sotto la superfice di un lago un soffuso arpeggio di piano poggiato su un cuscino di archi.
Ogni tanto dei delfini vengono su in un ballo corale, al suono ritmico/squillante di un'altra famiglia di timpani, a riflettere i primi raggi di sole.
Il maestro di cerimonia dorme. Il capo del gruppo canta un inno a "Somewhere Over the Rainbow" ed un pezzo di sua creazione.
Un secondo dopo, preceduto dal crollo di qualcosa di indefinibile, arriva l'inno nazionale del mondo di Oz, con ensemble di archi, con campanelli nei capelli, con trilli di tamburi e melodie che si rincorrono ad eco.
Il maestro di cerimonia sogna. Il capo del gruppo canta un altro pezzo di sua creazione.
Quinto, dopo un anno, dal fondo dell'universo, pare arrivare un basso riverberato, come un cuore che batte.
Sesta, dopo due minuti, una musica da film.
Settima, il giorno prima, il suono imperioso di un gong apre un ritmo corale che incita all'invasione del regno del possibile.
Il maestro di cerimonia si è svegliato. Il capo del gruppo canta un altro pezzo di sua creazione.
Ottava, dopo settantanni, una marcia funebre, preceduta da una preghiera senza parole, solo suoni di labbra che si aprono, si chiudono:
PPPrrrrrappappa prrrrappappappappa ppprrrrrappappa prrrrappappappappa...
Il maestro di cerimonia sta per scollegare la scatola.
Il capo del gruppo canta l'ultimo pezzo di sua creazione:
Love in our life is just too valuable
Oh, to feel for even a second without it
But life without death is just impossible
Oh, to realize something is ending within us
Feeling yourself disintegrate
E' di nuovo notte. Ora la banda dorme serena sui tetti, qualcuno russa una melodiosa ninna-nanna alle stelle.
E le stelle felici, dal mondo di Oz, ricominciano a sognare.
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