Negli ultimi anni i "The Flower Kings" sono diventati una delle band più controverse nell'ambito della musica progressive. Con l'aggettivo 'controverse' intendo che la 'fedeltà' di parte della comunità prog nei confronti della band s'è incrinata (un pò il discorso che ho fatto nell'occasione di "Metanoia" dei "Porcupine Tree"); generando una schiera di fans che continua a seguirli e un'altra che li ha rinnegati.
Onestamente non ho mai capito il motivo di questa spaccatura… nel senso che Roine Stolt & Co. hanno sempre creato le loro opere sulla base di musica rock orecchiabile che strizzava l'occhio alle grandi band prog degli anni 70; unendo però il tutto con sapienti dosi di fusion, pop, folk e metal… il tutto insaporito da quel tocco squisitamente 'swedish' che contraddistingue le band nordiche. Probabilmente è la regolarità delle produzioni della band, oppure lo scopo 'epico' di alcune delle tracce incise (chi altro avrebbe le palle di pubblicare così tante suite da 20 min oppure pubblicare un doppio-cd inedito di questi tempi?!). Però mi domando io… non è questo che amiamo noi nelle opere progressive?! Qual'è dunque il problema?! Di certo non posso parlare per bocca di chi mette in giro queste 'finte critiche', ma di certo conosco le legioni di fans che adorano tale band e che allo stesso modo adorano questo "Adam & Eve" (2004)… un disco che segue strade simili rispetto ai suoi recenti predecessori, ma che riserva profonde sorprese intese come 'novità musicali' che appariranno ai più solo dopo alcuni ascolti continuati del disco.
Ci sono meno momenti 'heavy' in questo lavoro, meno jams, meno jazz-fusion… ma nonostante ciò il quoziente sinfonico del disco è aumentato esponenzialmente; e senza dubbio maggiore enfasi è stata riposta nelle voci dei due cantanti. Parlo di Hasse Froberg, storico cantante della band… e della new entry Daniel Gildenlow: esatto… la mente che sta dietro ai rivoluzionari "Pain Of Salvation".
Più presenza per la chitarra di Raine Stolt e per la tastiera di Tomas Bodin; sopratutto il secondo è incredibilmente presente come mai prima d'ora… il suo Mellotron, il suo Hammond e i suoi synths sono presenti in ogni singola tracks del disco. L'epica opening "Love Supreme" è un pezzo geniale, addolcito con melodie catchy e cantato orecchiabile dalla premiata ditta Froberg-Gildenlow. Notevole la presenza di chitarre melodiche e di tastiere sinfoniche… che consentiranno all'ascoltatore di ripetere l'esperienza che si può provare inserendo nel lettore cd un disco ad esempio degli "Yes". Ondate di Mellotron e di chitarre acustiche si uniscono in un allegro gioco in "Babylon"… mentre invece nella fredda e cupa "A Vampire's View" è la voce di Gildenlow a prendere prepotentemente la scena, anch'essa farcita di Mellotron, synths e da alcuni ispirati tocchi della chitarra di Stolt.
Si potrà ascoltare qualcosa che richiami gli inizi dei The Flower Kings quando si arriverà alla gioviale e allegra title-track, dove Stolt aggiunge il suo proverbiale marchio di fabbrica vocale e da chitarrista navigato quale egli è… il tutto allo scopo di creare un vortice di divertimento e un sound 'allegro'. In "Timelines" avremo una notevole prestazione di Bodin con il suo Hammond, di Froberg con la sua bellissima voce, di Jonas Reingold con alcune linee di basso eccellenti… e del geniale Raine Stolt che stavoltà si lascerà andare in evoluzioni tecnicamente complesse con la sua magica chitarra. Successivamente ecco arrivare un'altra epica traccia da 18 minuti… "Driver's Seat", una canzone che è un tributo alla più bella musica progressive degli anni 70… e che vive di 'rabbiose' tastiere e di complessi ritmi al basso.
I The Flower Kings sono la band più originale del pianeta?! Ovviamente no, ma non credo neppure che avesso la pretesa di esserlo. Tuttavia se parliamo di consistenza è difficile trovare qualche band che possa produrre qualcosa che abbia la pretesa di sovrastare le meravigliose canzoni incise negli anni dalla band di Stolt. Con le vendite in continua ascesa, con una grande etichetta discografica quale la Inside Out alle loro spalle e con orde di fans che aspettano impazientemente ogni nuovo lavoro della band, sono sicuro che da qui ai prossimi 20 anni i The Flower Kings saranno menzionati tra le band più importanti della musica progressive.
"Adam & Eve" estende la striscia di ottimi dischi prodotti da Stolt e soci ed è caldamente raccomandato. Certo che se avete ignorato questa band sino ad ora… continuerete a farlo anche ora; ma non sapete cosa vi state perdendo. Spero di non dovervi dire… 've l'avevo detto… '
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