Siamo di fronte all’ultimo lavoro della band irlandese The Frames, capitanata dal rosso Glen Hansard. Risalente all’ormai lontano 2006, questo album è stato registrato in presa diretta.
Ovviamente può risultare una scelta poco ortodossa, ma è frutto di una precisa scelta: i The Frames sono una band che rende molto di più dal vivo che in studio, e Glen voleva creare un album che rispecchiasse il più possibile questa loro caratteristica.
Ascoltai questo cd che già conoscevo il repertorio principale della band, e devo dire che mi stupii, perché per certi versi si ritorna a sonorità simili a quelle dell’album "For The Birds".
Si sente anche un po’ l’influenza degli The Swell Season, il progetto collaterale di Hansard e della Irglova. Infatti troviamo ben 2 tracce (“Falling Slowly” e “When Your Mind’s Made Up”) che già erano presenti nell’album omonimo, riarrangiate per renderle più da Frames e meno da The Swell Season.
Siamo di fronte ad un album privo di qualsiasi virtuosismo strumentale, ma che è in grado di catturare l’ascoltatore grazie all’emotività delle sue canzoni, che la voce di Hansard valorizza come pochi altri artisti sanno fare.
Non mancano episodi più leggeri e pop, come la simpatica “Sad Songs”, o al contrario la tristissima “The Cost”, intrisa di chitarra elettrica pesantemente distorta, che accompagna la potente voce di Glen dall’inizio alla fine, per poi valorizzare il tutto nell’esplosivo finale.
Passi falsi in questo album qualcuno potrebbe trovarne, forse “The Side You never Get To See” è il pezzo più piatto del disco, e a poco serve l’assolo vocale di Glen verso la fine della canzone.
Io sinceramente ogni volta che lo ascolto, comunque sia, riesco ad ascoltarlo tutto dall’inizio alla fine senza un briciolo di noia.
Per concludere io consiglierei questo disco a chi sa apprezzare la semplicità di un artista che non propone nulla di rivoluzionario, ma lo sa fare maledettamente bene.
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