I Fray sono la new sensation made in U. S. A. di questo scorcio di primavera. A sentirli, a dir la verità, di statunitense hanno veramente poco, essendo invero debitori di certe atmosfere appartenenti a quel piano-sound à la Keane che tanti proseliti ha fatto in questi anni di rinascita commerciale del pop-rock. Basti sentire il tormentone radiofonico "How To Save A Life", title-track di quest'album d'esordio, che potrebbe davvero essere un outtake di "Hopes And Fears", con il suo malinconico giro di pianoforte e la melodia dolce ed accomodante.
A dir la verità, però, l'incipit del disco non è rassicurante, considerato che l'opener "She Is" ricalca il let-motiv del singolo senza però lo stesso impatto melodico ed emozionale; meglio, molto meglio si presenta "Over My Head (Cable Car)", veramente ben fatta ed incisiva, che lascia intuire il potenziale radiofonico del combo a stelle e strisce. Superata l'arcinota "How To Save A Life", in "All At Once" e "Fall Away" (la prima un pezzo moderatamente sostenuto, la seconda una ballata malinconicheggiante) i Fray sfoderano finalmente la chitarra, ma il risultato è lo stesso iperglicemico ed incolore. "Heaven Forbid" parte piatta ma si salva in corner con una bella accelerata melodica nel finale, mentre "Look After You" si mantiene purtroppo monocorde dall'inizio alla fine. "Hundred" appiattisce definitivamente il tutto, è infatti una piano-ballad lentissima e stucchevole; lo stesso dicasi per "Vienna", noiosissima. "Dead Wrong" sveglia un minimo l'ascoltatore, perlomeno in virtù di una struttura-canzone leggermente meno monotona; lo stesso dicasi per "Little House", dominata da un interessante e finalmente fantasioso giro di pianoforte. Purtroppo la chiusura con "Trust Me" lascia in bocca un retrogusto di già sentito fastidioso.
Album iper-radiofonico ed ammiccante, questo "How To Save A Life" si candida a un buon gruzzolo di copie vendute, cosicché i ragazzi avranno un'altra occasione per farsi maggiormente apprezzare; cosa che fino ad oggi non sono riusciti a fare in pieno, in virtù di un disco d'esordio noioso, piuttosto piatto ma a sprazzi forse godibile.
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