The Frozen Autumn: mi sento orgoglioso di loro. Sì, perchè ci troviamo dinanzi ad una formazione torinese trainata dall'ottimo pioniere elettronico Diego Merletto, la quale riesce a tenere egregiamente testa (se non, spesso, a superare) a band storiche teutoniche e non, in un genere atipico per il panorama nostrano quale l'EBM-DarkWave.

Fluidità: questo risalta nell'ascolto, un perfetto scorrere fluido di note, melodie, synth, bassi e quant'altro, riscontrabile in ogni brano dell'album.

L'autunno ghiacciato riesce a rendere il freddo statico dell'omonima traccia (Static Cold, capolavoro dell'album) un accogliente rifugio per i sogni dell'animo.

La parabola dell'amore assume toni epici nel secondo capolavoro, Guardian Angel, in cui la perfezione nell'assemblaggio delle varie parti sonore è ben riscontrabile: la linea melodica principale di tastiera nella strofa è sorretta da un perfetto impianto atmosferico di synth, fino all'incredibile ritornello nel quale la soave linea di tastiera fa da padrona, anche (momentaneamente) sulla voce bassa, rassegnata ed evocativa del cantante/tastierista precedentemente citato.

L'autunno ghiacciato prende per mano e guida verso un universo di carichi e desideri emotivi spesso inespressi e rinchiusi, ma proprio per questo pulsanti di forza vivida.

Cito anche la splendida Polar Plateau, nella quale un forte senso di spaesamento circonda l'impianto sonoro del brano, lasciando l'ascoltatore trasportato verso diverse sponde emotive, accompagnato da una soave voce femminile.

Onirico. 

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