I marchigiani Gang debuttano nel 1984 con l'autoprodotto mini-lp "Tribe's Union", conquistandosi subito solida fama (nell'ambiente alternativo italiano) come gruppo punk più classicamente settantasettino, un punk militante e combattivo, molto legato ai Clash di "Sandinista!", un combat-rock dal sapore latino e caraibico.
I Gang sono ormai gli astri nascenti del rock nostrano e, dopo anni di concerti, pubblicano il loro primo vero album, "Barricada Rumble Beat", nel 1987, dove continuano il loro discorso, impreziosito dalla presenza di Billy Bragg, da un tocco più folk e da una maggior cura ed eccletticità degli arrangiamenti: la loro posizione però non cambia ed è confermata dalla cover di "Junco Partner" di James Booker, già fatta dai Clash in "Sandinista!".
Col successivo "Reds" (1989) vi è il passaggio alla CGD e verso sonorità più combat-folk; con "Le radici e le ali" (1991), infine c'è il passaggio dall'inglese all'italiano, che porta all'allontanamento definitivo dai modelli iniziali e all'avvicinamento al cantautorato e al rock tipicamente italiano: purtroppo non ottengono un vasto consenso di pubblico.
L'entusiasmo e la genuinità iniziali si mescolano con un po' di retorica ed ingenuità ma, guidato dai fratelli Severini, il gruppo raggiunge la piena maturità col successivo "Storie d'Italia", del 1993, dove i nostri prendono una strada ben precisa (non la mia preferita, ma comunque raggiungendo ottimi risultati): quella della canzone d'autore popolare. Prodotto da Massimo Bubola, che collabora anche in alcuni pezzi, l'album presenta liriche di spessore e di denuncia (su tutti "Duecento giorni a Palermo") ed è suonato magistralmente con l'innesto di fisarmaniche.
Suoni popolari e da festa ("Kowalsky"), testi coraggiosi ("Il partito trasversale"), folk ("Dove scendono le strade"), rock ("Itab Hassan Mustapha") e canzone d'autore ("Cambia il vento"), ci consegnano un album veramente bello, che si può sempre tranquillamente ascoltare.
Dopo "Una volta per sempre" del 1995, "Fuori dal controllo" (1997) riporta i nostri verso sonorità più rock e a "Controverso", un'altra grande prova, in cui si omaggia il grande Andrea Pazienza con "Paz".
Un gruppo, spesso dimenticato, che merita rispetto e... un ascolto.
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