Sono in viaggio per la Route 66 con la mia Cadillac nera rubata del '72, il vento tra i capelli, i miei compagni di viaggio hanno una sbronza da whiskey di pessima qualità e se non ci fosse il sedile per reggerli un po' su, sarebbero collassati a terra da un pezzo. I segnali stradali mi informano gentilmente che mancano ancora 47 miglia a New Jersey. Controllo la benzina e intuisco brillantemente che non andremo molto lontano. Quella sui miei compagni ubriachi e la macchina che chiede da bere potrebbe essere una colta metafora, un parallelo con il genere umano sul genere "chi c'ha il pane non c'ha i denti" e cose di questo tipo, ma non lo sarà.
Improvvisamente vedo una stazione di servizio, probabilmente mandata da Dio a salvarmi il culo. Grazie Dio di non avermi fatto spingere questo catorcio in mezzo al deserto, con 4 ubriachi dentro. Grazie. Un giorno ti renderò il favore. Del resto lo sai anche tu che Gesù è morto per i peccati di qualcun altro. Racimolo gli spiccioli e dò un po' di birra al ferrovecchio, che ringrazia sbuffando. Improvvisamente, mi accordo di questa specie di pub da motociclisti accanto alla stazione, sai, con le porte da saloon che sembrano uscite da un film di John Wayne, capisci cosa intendo? Decido di entrare per rifocillare le mie stanche membra, provate da un viaggio attraverso l'America che sembra lungo una vita, e magari lo è. Entro e vedo questa rossa mozzafiato che serve da bere al bancone e il mio cuore si ferma per quelli che potrebbero essere stati 2 secondi o tre ore. Riprendo conoscenza, mi avvicino al bancone, mi accendo una sigaretta, lei si volta verso di me. Mi ama già. Mi si avvicina e fa...
"Non si può fumare qui."
Cosa?
"Ti amo Maria"
"Mi chiamo Virginia"
"Chiamo tutte le ragazze che conosco Maria, ma sono innamorato solo di Virginia. Da sempre"
Alla fine mi lascia la sigaretta, mi prepara un doppio whisky mentre la discussione prosegue con discorsi del tipo "Baby, non ho niente da raccontarti tranne quella storia sul suono che fa la pioggia sul pavimento.." ma non so, non sembra essere molto interessata. Dopo un po' le faccio "Senti baby, sono venuto per ballare con te. Organizziamo una festa qui stasera, porta tutti i tuoi amici e divertiamoci. Lo so di non essere l'unico che odia stare solo."
La serata va da Dio. Balliamo tutta la notte sulle note di questa band di sbandati, con un cantante che sembra Beckham dopo aver lasciato Victoria ed essersi messo con Courtney Love, io sto con Maria, Virginia o chiunque fosse, i miei amici si ubriacano di nuovo, mentre un fumo denso, atmosferico avvolge il locale. Alla fine bacio Maria (o Virginia?), le dico che ci rivedremo e dico ai miei amici "Fratelli, se volete dormite pure, io sono a posto per guidare."
E' così che m'immagino la musica dei Gaslight Anthem. Un inno generazionale per la generazione sbagliata. E questo EP di 4 pezzi è la loro espressione migliore.
Carico i commenti... con calma