Ero molto curioso di sentire questo nuovo album dei Gathering; ho adorato alcuni loro vecchi album che per me sono dei piccoli capolavori: "How to measure a planet", "Mandylion", "If then else" e "Souvenir" rimangono per me motivo di interesse pressochè perpetuo per il combo olandese, così come il ricordo della voce indimenticabile e straordinaria di Anneke, ormai sostituita da Siljian, che ha già dato prova di se' nel precedente, e a mio avviso non troppo interessante, "The west pole", che continuo a considerare un album di transizione che ha visto luce nel periodo forse più difficile della carriera dei Gathering, ossia quello della dipartita della cantante (e nel loro caso anche frontman e immagine della band) e dell'ingresso della sostituta.

Alla curiosità per la qualità di questo nuovo "Disclosure", si è aggiunta anche quella di paragonare i nuovi Gathering alla nuova Anneke, che ha da poco pubblicato il primo (bellissimo) lavoro che porta esclusivamente il suo nome senza essere affiancato da quello di una band (gli ormai archiviati agua de annique). Il responso è semplice quanto forse scontato: Anneke è cambiata, i Gathering no. Nell'ultimo "everything is changing" della Van Giersbergen troverete una Anneke più rilassata, più "easy", più commerciale, senza perdere però la sua magnifica voce e il suo carisma dal vivo, e con una ormai ragguardevole capacità di composizione, dato che i suoi brani sono un rock mainstream senza pero' essere mai banale o ripetitivo. I gathering invece rimangono nell'ambito della musica introspettiva, eterea, lontana anni luce dal concetto di musica commerciale, sperimentando suoni distanti, a tratti quasi spaziali, e concedendosi un album giusto per la loro dimensione. "Disclosure" è a mio modo di vedere, un lavoro fatto senza fretta, composto prendendosi tutto il tempo necessario senza badare a tempi, mode o tendenze. Sono i Gathering di oggi che, superato il trauma di qualche anno fa, ritrovano la loro essenza e la loro identità, dando il giusto spazio alla creatività, alla sperimentazione e all'esperienza.

Ascoltatevi "heroes for ghosts", magari guardatevi il videoclip per regalare anche agli occhi il piacere di gustare questo brano. 10 minuti in cui Siljie da il meglio di se' confermando di essere diversissima da Anneke ma altrettanto brava. Sentirete alternarsi suoni distanti e voci sognanti che vi accompagnano con dolcezza ad un pezzo strumentale prima e ad un'uscita più rock sul finale, che vi lascierà a bocca aperta per la semplicità e la naturalezza con cui viene eseguito questo difficile esercizio di stile. Da solo questo pezzo meriterebbe probabilmente l'acquisto del CD, ma sarebbe un peccato perdersi l'opener "paper waves", dove il delay del riff iniziale ci riporta ai tempi di "shortest day", e con un refrain che ricorderete gia' dopo il primo ascolto. Il singolo "meltdown" invece è probabilmente il pezzo più rock e piu' "moderno" della serie, con inserti elettronici e chitarre overdrive dove la voce di Siljie si intreccia con quella del guest Frank Boeijen. Anche qui, negli 8 minuti di durata, c'e' spazio per alcune digressioni strumentali e per un deciso cambio stilistico che divide il brano in due parti, ognuna con caratteristiche diversissime dall'altra.

Molto bella anche Gemini: la prima parte caratterizzata dal suond tipico dei Gathering e anche qui da una Siljie veramente a suo agio e capace di regalarci melodie tanto semplici quanto piacevoli, la seconda parte (o meglio il reprise, visto che chiude l'album) esclusivamente elettronica e vocale. "Missing seasons" con i suoi 3 minuti e mezzo è il brano più breve ma non per questo meno riuscito, mentre "I can see four miles" (9 minuti) regala, dopo i primi 3 minuti retti dalla voce di Siljian e da pochi altri suoni, un eccelso ensemble strumentale, dove suoni effettatissimi, tastiere e ritmi incalzanti si intrecciano e danno vita ad una psichedelia rock perfetta e claustrofobica, che come una scheggia impazzita lancia schizzi di suono senza controllo in ogni direzione.

Questo è "Disclosure", lontanissimo dal metal degli esordi e dal concetto di "musica commerciale" dove le chitarre si mescolano tra gli altri strumenti e non pretendono il ruolo di primedonne, i brani sono mediamente lunghi e che necessita di qualche ascolto per poter essere apprezzato appieno. E' un album fatto dai Gathering per i Gathering, senza catene, senza obblighi, sincero e maturo al 100%.

Carico i commenti...  con calma