MARCI, SPORCHI, IMBECILLI. Non trovo altre parole per descrivere questa masnada di sociopatici, interamente votati allo spirito sex, drugs & rock 'n'roll.
La loro musica è una miscela riuscitissima di riffs Southern, con una resa sonora vicina allo Stoner ma soprattutto agli Stooges di Funhouse.
Proprio dalla band di Detroit ereditano lo spirito degenerato, dissoluto e masochista che pervade questo album.
Non aspettatevi una registrazione ben equilibrata, il tutto sembra documentato quasi in presa diretta, un approccio che fa risaltare ancor di più la visceralità del loro sound.
Il motore trainante è dato da un basso che definire distorto risulta abbastanza riduttivo, tanto basse e lancinanti sono le frequenze sputate fuori dal vostro hi-fi. Per non parlare della voce di Dirty Dave, un latrato continuo, nutrito a whisky di bassa qualità.
Per meglio comprendere la natura luciferina e trascinante del loro sound, basta ascoltare un brano come Mrs. Satan, laido inno alla donna quale (benvenuta) tentatrice, sostenuto da una voce distorta e un piano che insiste su di una sola nota (Raw Power docet). Whiskey House porta a puttane il fantasma ubriaco di Robert Johnson, e lo lascia per strada, non prima di averlo picchiato e derubato. Mopar Fire Paint sembra suonata all'interno di una chiesa sconsacrata, con un fantastico organo in evidenza, seguito dal martellante incedere della chitarra.
I nostri si permettono addirittura una divagazione quasi psichedelica nel mezzo, ma la loro arma vincente sono le cavalcate schiacciasassi come in The Heebeegeebees, il cui basso oltrepassa la definizione di "distorto". Demolition Derby si trascina pesante e soffocante, piena di fumi (alcolici) con tanto di bottiglie rotte in sottofondo!
Alla fine di Jim Beam and Good Green, catastrofica e opprimente, la sensazione è quella di un risveglio dopo una sbornia colossale: ossa rotte, alito mefitico, conati trattenuti a stento. E quale è il miglior rimedio per un hangover, se non riattaccarsi alla stessa bottiglia della sera prima?
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