Considerando la mia affezione alle proposte della Fuzz Club Records tra le uscite dell'etichetta nell'ultimo anno, non mi è ovviamente sfuggito il secondo LP degli italiani The Gluts intitolato 'Estasi' (qui la recensione del disco: https://www.debaser.it/the-gluts/estasi/recensione) e pubblicato lo scorso 5 maggio.

Allineati alla corrente neo-psichedelica che vede protagonisti gruppi come i Singapore Sling, gli Underground Youth e gli stessi Sonic Jesus, 'Estasi' è un disco tremendamente convincente e che a sonorità più tipicamente del genere unisce ossessioni noise di marca Telescopes e la devozione per i Joy Division.

Per parlare del loro ultimo disco e per sapere che cosa il gruppo ha in cantiere per il prossimo anno 2018, ho fatto loro cinque domande che pubblico di seguito, ringraziandoli ancora per avere risposto e per la disponibilità mostrata nei confronti della comunità debaseriana.

Buona lettura.

1. Come spesso faccio in occasione di queste interviste, preferisco partire dal principio. La prima domanda è di conseguenza relativa a quale sia il vostro background culturale (non solo musicale) e conseguentemente a quando e come nasce il progetto The Gluts. Se questo si sviluppa almeno inizialmente attorno a un concept particolare e con quali riferimenti.

THE GLUTS. Sarebbe bello parlare di concept, idee, background culturali anche per darsi un tono. Fondamentalmente i Gluts nascono da un’urgenza, una necessità più di pancia che di testa.

2. Fondamentalmente non credo di sbagliare se affermo che la vostra matrice originaria fosse derivativa del post-punk e di determinate esperienze legate al mondo della new wave. Questo non è sicuramente qualche cosa di inedito nel mondo della neo-psichedelia. Penso, tanto per fare un nome, agli Underground Youth oppure agli stessi Sonic Jesus e in particolare al loro secondo disco ('Grace'). Quando e perché avete ampliato i vostri orizzonti verso sonorità più psichedeliche? Tutto questo è avvenuto naturalmente o è stata una scelta mirata e consapevole?

THE GLUTS. Suoniamo insieme da diversi anni, arriviamo tutti da esperienze differenti. Siamo fondamentalmente un gruppo punk. Sicuramente alcuni tratti psichedelici sono presenti e convivono con il mondo della new wave. Non è un segreto che i Joy Division abbiano fatto scuola.

Come si diceva prima non c’è nulla di studiato. L’unico motivo per cui non andiamo in crisi in fase compositiva è probabilmente perché non dobbiamo arrivare a nessun risultato prestabilito. Suoniamo, abbozziamo idee, scartiamo roba, ne riprendiamo di vecchie per stravolgerle… magari il disco nuovo sarà totalmente garage, chi può saperlo.

3. Avete diviso il palco con i White Hills. Nello scrivere di ‘Estasi’ ho accennato a una affinità per quello che riguarda una certa ‘ossessività’ a gruppi storici come i Public Image Limited o contemporanei (Singapore Sling). Ritenete che ci sia effettivamente una componente di questo tipo nel vostro sound? La domande può sembrare una specie di esercizio di logica, ma nasce prima questo tipo di suono noise, rumoroso, ossessivo o questo è la conseguenza di alcune sensazioni che si fanno prepotentemente avanti sul piano emotivo e necessitano quindi di essere manifestate con queste sonorità?

THE GLUTS. Con i White Hills si è instaurato un bel rapporto di amicizia e stima reciproca, Dave ci ha anche mixato un pezzo di recente.

Per quanto riguarda l’ossessività hai probabilmente colto una sfumatura importante. Siamo tutti un po’ ossessivi, c’è poi chi lo è più degli altri e probabilmente trasmette questa tensione che si percepisce nel nostro suono. Quando scriviamo il fattore emotivo è determinante, quindi forse il noise accompagna semplicemente le nostre emozioni.

4. La Fuzz Club Records. Come siete entrati in contatto con la mitica e simpatica etichetta londinese? Il loro supporto quanto è stato importante nella lavorazione di ‘Estasi’? Il 'contatto' è avvenuto prima o dopo che il disco fosse in lavorazione?

THE GLUTS. Fuzz Club è po’ un piccolo sogno che si avvera. Può suonare “sfiga” come frase ma è la verità. È un’etichetta che abbiamo sempre stimato e se lo scorso anno mentre registravamo il disco ci avessero chiesto: con chi vorreste pubblicarlo? La risposta sarebbe stata Fuzz Club.

I contatti sono stati molto naturali. Da buoni testoni quali siamo avevamo deciso di registrare il nuovo disco senza avere uno straccio di contratto in mano. Abbiamo poi inviato un mix quasi definitivo del disco a Casper, è piaciuto e ci siamo subito trovati in sintonia.

5. Con la quinta e ultima domanda allargo un po’ i nostri confini e provo a parlare di qualche cosa che non riguardi strettamente la musica. Voi siete di Milano. Quanto e che cosa della vostra città c’è nella musica dei Gluts? Che significa vivere a Milano oggi e all’indomani di un evento che si ritiene storico come EXPO? Infine, che cosa ci dobbiamo aspettare dai Gluts nel prossimo futuro?

THE GLUTS. Amiamo Milano, è una città che offre moltissimo. A Milano se hai voglia di sbatterti puoi arrivare a fare ciò che hai sempre sognato. Non sempre ci si riesce, ma almeno ti dà l’opportunità di provarci.

Senza entrare nel merito expo buono / expo cattivo, a noi piace come è migliorata la città. Di sicuro mancano un po’ di locali con il coraggio di proporre un certo tipo di offerta musicale. Tolti Cox e Ligera il resto dei palchi non può permettersi di ospitare band medio piccole, per dimensioni e mentalità/tipologia di programmazione. Ci è dispiaciuto molto quando il Lo-Fi ha deciso di chiudere per esempio.

Nell’immediato futuro è previsto un tour europeo, l’uscita in vinile del live in studio registrato su una nave a Londra e stiamo lavorando ad un po’ di pezzi nuovi. Non sappiamo ancora come e quando usciranno questi inediti. È in stampa invece la Reverb Conspirancy vol. 5 che ci vedrà in compagnia di artisti come 10'000 Russos, TRAAMS, Dead Vibrations e molti altri. Sarà un bel 2018!

Carico i commenti...  con calma