Nuovo disco per i Go-Betweens e ancora una volta la band australiana non delude le attese confezionando un disco perfetto, incentrato su una miscela esplosiva di ritmi coinvolgenti e melodie accattivanti.
Il disco è la diretta conseguenza di ciò che Forster e Mclennan hanno prodotto dopo la loro riunione, ma è più incisivo e vigoroso, rispetto ai suoi due precedenti: quello della perfezione acustica-pop di The Friends Of Rachel Worth e quello del tenue e delizioso rock di Bright Yellow Bright Orange.
Elemento comune dei tre lavori, che è diventata anche la caratteristica portante dei nuovi Go-Betweens, è quest'ingannevole leggerezza che aleggia tra i solchi dei loro dischi, che proietta lo spettatore dinnanzi ad immagini degne del miglior Aki Kaurismaky.
Il tema principale di questo nuovo disco è il viaggio, il movimento, e ogni senso o prospettiva viene sviscerato ed analizzato, grazie a delle composizioni veramente eccezionali.
Lo stesso disco è una finestra aperta sui paesaggi, sentimenti, emozioni, stati d'animo, ricordi raccontati da Forster e da Mclennan, così durante l'ascolto passano in rassegna le città e i compagni di viaggio, gente che legge Dostoevskij e che sembra Dostoevskij (Here Comes a City), fantasmi che fluttuano come canzoni (Finding You), cavalieri erranti (Boundary Rider) e una lunga serie d'altri strani personaggi e situazioni che ci portano alla fine del viaggio (The Mountains Near Dellray). La figura che emerge più di tutte in queste 10 canzoni è quella dell'assenza, un'assenza incombente, misteriosa che dona all'intero disco una luce inaspettata ed inconsueta... e poi di nuovo a bordo un altro treno è in partenza.
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