L'artwork policromatico nel quale è avvolto il nuovo lavoro dei britannici Go! Team ben si addice alla stagione che prossimamente allieterà le nostre giornate. Una vera e propria esplosione di colori specchio iridescente della musica contenuta in questo secondo album - uscito nell'autunno 2007 - del collettivo di Brighton, che giunge a distanza di circa tre anni dal precedente disco d'esordio. Una serie di matite colorate disposte a raggiera che campeggiano sul cd amplificano ancor di più la sensazione di gioia e baldoria che aleggia per tutti i 36 minuti del disco. I forzati dell'mp3 dovranno per forza di cose accontentarsi del solo lato acustico e privarsi dell'apparato iconografico, in verità minimale, ma eloquente parte complementare e integrante del progetto.
Le coordinate tracciate nel precedente lavoro vengono qui integrate e portate a maturazione attraverso un'esemplare stratificazione del suono con sovrapposizioni che, se da una parte possono a volte rendere monotona e stucchevole la struttura musicale, dall'altra restituiscono una inevitabile sensazione di briosa effervescenza al pari di una bottiglia di champagne appena stappata sotto un cielo illuminato da fuochi artificiali.
La presenza dei ragazzi della Rapper's Delight Band rimanda direttamente all'inizio degli anni ottanta, quando c'erano i Musical Youth (sostantivo ricorrente quest'ultimo) a proporre questa sorta di festa in musica, fatta di cori e continui ritornelli hip-hop bagnati in salsa danzereccia. Campionamenti vari, clap-handing e happening musicale fanno il resto. Al loro confronto i Polyphonic Spree sembrano usciti da una seduta psicanalitica a base di valium. Questo genere di musica mal si addice agli amanti del confidenziale e del minimalismo, ma vi posso assicurare che ogni tanto, sebbene il sottoscritto sia un amante di musiche piuttosto malinconiche, tuffarsi in un cocktail musicale ben shakerato non può che alzare il livello di adrenalina e conseguentemente l'umore.
L'indiscriminato uso di fiati potrebbe far pendere la bilancia verso una certa venatura soul-funky invero lievemente palpabile, ma distante anni luce dalla scuola di matrice Motown. D'altronde i tempi cambiano e con essi i gusti e le percezioni musicali, dacché trovo giusto e sensato aggiornare certi stereotipi al corrente ventunesimo secolo.
Musica a colori che invita l'ascoltatore a battere le mani e a muovere il culo. Provate a stare fermi se vi riesce. Una prova di gioventù superata a pieni voti.
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