Che si amino o si odino, difficile ignorarli…

Sono i Godz -la prima bestemmia usata nel rock- formazione proveniente dall’underground statunitense, dai bassifondi di New York City, dai quartieri della controcultura più radicale dei ’60. Originariamente un trio composto da Jim McCarthy, Larry Kessler e Paul Thornton, all’epoca titolari in cooperativa di un negozio di dischi; ai tre si aggiunge nel 1966 Jay Dillon di professione grafico e disegnatore per l’industria discografica. Dei quattro solo Thornton e McCarthy suonano regolarmente, il primo chitarrista, batterista e cantante – il secondo chitarrista, cantante, e scrittore di canzoni beat - gli altri due si dilettano con vari strumenti ma non distinguono un DO da un RE.

Il loro album d’esordio “Contact high wit da Godz” (1966) sconvolge critica e pubblico, recensioni pessime, si parla di un gruppo di rumoristi del rock (anche per loro stessa ammissione); pochi tuttavia si accorgono che questi quattro invasati dalla faccia pulita fuggiti nottetempo da chissà quale manicomio stanno prendendo per il culo il beat inglese, e lo fanno alquanto bene. Oggi vengono classificati come i precursori del punk-rock … sarà … ma tra i loro insulti al pop si scorgono le prime avvisagli di una presa di posizione violenta all’interno del movimento musicale collegato alla “psichedelia”; Red Krayola, Mick Farren, Twink, Amon Düül e Faust ne saranno i seguaci più evidenti, almeno nelle intenzioni.

Nel 1967 esce il loro secondo album, semplicemente titolato “Godz 2” … collezione alquanto bizzarra di canzoni al limite dell’udibile, al limite del musicale, al limite di tutto ciò che nel pop era ed è permesso. Dillon è ormai divenuto (ma lo sarà ancora per poco) il filosofo della band, colui che getta le basi di queste libere improvvisazioni a base di free rock e sarcasmo d’ogni sorta, suona l’organetto elettrico, l’autoharp e saltuariamente usa la voce per gorgheggiare o vomitare sottili, velati ed ironici insulti. Kessler usa il basso e la chitarra elettrica in maniera non proprio ortodossa, graffia inoltre con veemenza le corde del violino e della viola, in preda ai fumi dell’alcol ulula canzonacce composte da semplici frasette ripetute, ripetute e ripetute. McCarthy strimpella la chitarra, soffia nel flauto dolce e nell’armonica senza preoccuparsi troppo di cosa il registratore dello studio stia catturando. Thornton dal canto suo usa le percussioni alla maniera dei batteristi free jazz, tra la pratica del casaccio e quella del percussionismo afro-americano, si ascolti a tal proposito il brano “Soon the Moon”, forse l’unico dell’intero disco a ricordare vagamente il rock psichedelico americano.

La musica è onirica in “Permanent Green Light”, ossessiva in “Squeek”, distorta e dissonante in “Where”, tribale e scanzonata in “Riffin”, alcolizzata in “New Song”, degenerata nella lunga “Crusade” (mini suite con più di qualche richiamo all’avanguardia nera e con uno sviluppo verso il rock & roll), altre volte maggiormente fruibile come in “Radar Eyes” e nella cover sbarazzina “You Won’t See Me”, nella quale violentano senza remore i Beatles di “Rubber Soul”. Si scorge qualche richiamo al folk americano, anche questo volutamente deturpato, in “Travelling Salesman”, canzone autocelebrativa di Kessler che gira i mercatini dei bassi fondi cercando di sbarcare il lunario vendendo LP usati.

Tra colpi di tosse, sbraiti lancinanti, urlacci di un tarzan metropolitano, rumori cacofonici e violenti, note che hanno perso tutti i loro connotati, il disco suona alquanto ostico e malefico, praticamente indecifrabile, ma al contempo affascinante, incredibilmente potente anche senza l’utilizzo del ritmo o della cadenza.

I Godz rimarranno ancorati a questo “free-form” / “freak-out” (parafrasanto i Red Crayola) ancora per poco, di seguito, con la defezione di Jay Dillon, la band passerà sotto il controllo di Jim McCarthy e Paul Thornton che realizzeranno dischi “rock easy listening” abbandonando completamente la sperimentazione (o l’improvvisazione che dir si voglia).

Sconsigliato ai puritani del rock, c’è poco da capire !!! molto da ascoltare !!! possibilmente a volume molto sostenuto !!!

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