Era il 1998. Nel Natale del suddetto anno non provavo interesse per nessun peluche di qualche strano animale in via d'estinzione, nessun paio d'orecchini che mi facesse apparire più grande, nessun libro illustrato de "I Promessi Sposi" o affini. Avevo 10 anni e sentivo la necessità di possedere un mio cd. Dunque chiesi ai miei di regalarmi quello dei Goo Goo Dolls (ai miei occhi questo exploit era avvolto da un alone di sacralità mista ad una anelata maturità). E questo sorprese sia i miei genitori che le mie sorelle (che al massimo potevano aspettarsi qualche richiesta sui Queen, essendo il gruppo-bandiera della mia famiglia). Quest'album ha avuto il potere di aprire le porte del rock a una bambina (che sarei io!) negli anni in cui imperversavano Backstreet Boys, Spice Girls e simili in erba. E diversamente da questi ultimi, che hanno riscosso un successo quanto mai scontato, i Goo Goo Dolls sono stati osannati, sic et simpliciter direi, per quella che è diventata una delle canzoni d'amore più "dedicate" alla radio (insieme ad "Always" dei Bon Jovi, mi sa).
Ma i Goo Goo Dolls non sono solo "Iris". Il loro background punk è sicuramente andato scemando in Dizzy Up The Girl ma un fine udito può cogliere senz'altro una lieve sfumatura che ancora permane in qualche pezzo. E' il caso di "January Friend", "Amigone" e "Full Forever", brani discreti musicalmente e testualmente parlando. Purtroppo però è innegabile la frattura (evidente anche per un profano del rock quale ero io all'età di 10 anni) fra le canzoni di Rzeznik (voce e chitarra) e quelle di Takac (basso e cori). Le tre di cui sopra hanno infatti un qualcosa di già sentito che potrebbe indurre, senza troppi problemi, un ascoltatore più maturo ad uno scarto repentino (e questo è spesso il problema di canzoni con influenze punk). I pezzi di Takac si interpongono quindi in maniera troppo netta a quelli propriamente rock ma, fortunatamente, ciò non preclude l'opportunità di apprezzare questi ultimi.
"You're cynical and beautiful" è la frase-incipit di "Dizzy", primo brano senza troppe pretese di Rzeznik, dalla durata esigua che invoglia, nondimeno, ad approfondire un primo ascolto. Segue "Slide" con quegli intro e outro arpeggiati che acustici la rendono ancor meglio di quello che è. "Broadway" suona alquanto bonjoviana ed è forse l'unica canzone che si frappone alla duplicità sonora dell'album, non rientando propriamente in nessuno dei due schemi. "Black Balloon" e "All Eyes On Me" sono brani accomunati da una certa vena malinconica, suggerita dalla voce del cantante più che dalle sonorità di per sè. "Bullet Proof " è il pezzo più rock di tutto l'album, forse l'esito giusto che ci si aspettava per la maggior parte delle canzoni di Dizzy Up The Girl. Contrariamente a quest'asserzione si pongono "Acoustic #3" e "Iris", indiscutibilmente belle ma ben lontane dalle precedenti colleghe. Chiude "Hate This Place" che riprende in qualche modo il filone di "Slide".
Quest'album è sicuramente un bell'album. Paroloni per esaltarne le qualità eccelse non servono perchè non ha cambiato molto nella storia della musica rock. Non ha sortito alcun tipo di effetto nè dal punto di vista di influenze che dalla prospettiva meramente musicale. E' semplicemente una buona opera di cui consiglio l'ascolto. Absolutely.
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