Noti al pubblico europeo perlopiù per la ballad "Iris", i Goo Goo Dolls sono una band attiva sulla scena dal lontano 1986... Se i primi dischi presentano sonorità vagamente hardcore (con influenze di Husker Du e Cheap Trick), dai primi anni '90 i Goo intraprenderanno una maturazione sonora che ricorda, anche se in scala ridotta, quella dei Replacements...
"Superstar Carwash" esce nel 1993, a cavallo tra il periodo "garage" e quello mainstream della band, e, pur non essendo stato un successo commerciale, è il disco che ha fatto guadagnare a Rzeznik e compagni il titolo di "best america's unknown band".
Il disco parte con "Fallin' Down", una sorta di power ballad in chiave minore con un pregevolissimo arrangiamento di chitarra e un'eccellente melodia, che mettono subito in mostra il salto di qualità compiuto da Rzeznik come songwriter. "Lucky Star", "Another Second Time Around", "Already There" e "Domino" sono con tutta probabilità i migliori brani mai cantati da Tackak (bassista e seconda voce), mentre Rzeznik dice la sua con brani power pop di buon livello: "Stop the world", che ricorda perecchio i 'Mats, "So Far Away", up tempo melodico tra i più intensi della band, ma soprattutto "On The Lie" power pop fresco e frizzante (foriero del sound che avrebbe seguito nel successivo "A boy named goo") in cui Rzeznik ci delizia con un bel testo ("...he said that Jesus Christ was just like a cop/you know, you never know when they come...").
A fare la storia del disco però è indubbiamente la ballad "We Are The Normal", scritta da Paul Westerberg (non a caso, l'idolo d'infanzia di John Rzeznik), che si apre con un bell'arrangiamento di archi ed è il brano che sintetizza la svolta di questa band verso la maturità.
In sintesi, questo disco non rappresenta niente di innovativo, ma ci fornisce un buon quantitativo di rock melodico, di pregevole fattura. Inoltre la scelta di utilizzare due voci diverse (Tackak e Rzeznik) su diversi brani, unite alla discreta varietà del disco (si passa dal punk alla Ramones alle chitarre acustiche, fino al power pop...un pò come facevano i Replacements) rendono l'ascolto un'esperienza che non stanca e che scivola via piacevolmente.
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