Primo album per gli Hacienda, dopo il debutto con l'EP " Conversation Less " del 2009, il gruppo indie rock torna con "Picking Pennies Off The Floor".

Il disco vuole da subito mettere in chiaro il percorso filo-britannico intrapeso dalla band sin dalla nomenclatura, il titolo infatti tradotto sta per "raccogliendo penny dal pavimento" ed è composto da 12 tracce per un totale di circa 40 minuti. Digeribilissimo per l'intera durata, vede come assoluta fonte di ispirazione i vari gruppi anni sessanta come i Kinks e in tono minore i Who, senza dimenticare le attuali correnti indie rock e brit pop.

Dopo la traccia di apertura "You Might Be Wrong " che riassume da subito lo stile del gruppo, il disco entra subito nel vivo con "We're Supposed To Be Together", pezzo fresco e lineare seguito da una delle tracce più interessanti nonchè meglio riuscite dell'album, l'irriverenza e la semplicità di "Nova", con un ritornello vincente che rimanda agli Oasis di "Be Here Now", ha tutte le carte in regola per essere bollata come hit da classifica. Brani ricchi di serenità come "Here In This Sand" o l'irriverenza indie di "Last Bus On The Way" con un giro di accordi 'contagioso' dal primo ascolto, condiscono ad arte il disco, senza ignorare la contaminazione jazz di "Why Would You Come Back" che vagamente rimanda ai già citati Kinks. Dopo un paio di brani che funzionano e non funzionano come "Mexican Salad" e "Mrs. Nobody", chiude il disco "Sun Down Four Fifty Seven" con un buon richiamo alla beat music inglese di qualche decennio fa.

Nonostante non mantenga la freschezza e l'irriverenza dell'EP d'esordio "Conversation Less", il presente "Picking Pennies Off The Floor" supera la prova del primo esame grazie anche ad una buona produzione e una capacità non indifferente di spaziare tra i ricordi di vecchi miti e le attuali correnti rock d'oltremanica. Dimenticavo, che non voglia essere una sorpresa il fatto che si parli di una band rigorosamente made in Italy from Firenze, e che ciò non ispiri soprattutto sterili ed inutili pregiudizi.

Voto al disco: 7

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