Immaginate musica creata con il piglio del Miles Davis sperimentatore, istinto ed etica zappiani, drogata di tanta cosmicità kraut. Non può che venir fuori qualcosa di assolutamente allucinato, onirico. Musica fuori dal tempo, estremamente debitrice del passato quanto personale, porta alle orecchie qualcosa di sicuramente originale al giorno d'oggi. Il disco è uscito nel 2007, ed è il debutto di questi, inglesi, Heliocentrics.
La varietà stilistica è incredibilmente ben amalgamata. Jazz (quello acido) che si imbatte con il funky (quello di una volta), sporcato da trip-hop estatico ed elettronica vintage. Brevi samples contengono le uniche voci tra i tanti (23) brani, essendo l'intero disco strumentale, e ciò conferisce al tutto un carattere ancor più "inconsistente". Dopo diversi brani la musica sembra dissolversi, continuando a pulsare e trasformandosi in puro ritmo (ciò che veramente contraddistingue le composizioni è proprio il ritmo), tenuto in piedi da bassi rimbombanti, percussioni ossessive e fumanti strumenti a fiato. Psichedelico, etnico, avanguardista, esotico. Sì, dannatamente psichedelico. Musica cinematica, che manda in viaggio verso un punto di fuga (idea resa bene dalla copertina). E' tutto in continuo movimento, indefinito, indeterminato. Un àpeiron fatto a musica.
Impossibile non citare gli Ash Ra Tempel, 35007 e Massive Attack (tra i tanti), che sembrano evaporare tra instrumental hip-hop, jazz sfigurato e quant'altro di già citato. C'è davvero di tutto qui, e nonostante ciò la musica rimane sempre organica, sorprendente. Da prendere con cautela. Trip cosmico.
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