Ancora dalle parti degli svedesi The Hellacopters; i più nobili esponenti di quel revival Hard-Rock-Punk'n'Roll tanto in voga nella penisola scandinava a cavallo tra gli anni novanta e la successiva decade. La band capitanata da Nicke Andersson, già primo ed impetuoso batterista di quella infernale ciurma che sono stati gli Entombed, è rimasta attiva dal 1994 al 2008. In questo considerevole spazio temporale hanno pubblicato sette dischi sulla lunga distanza, tutti di assoluto valore, più un numero infinito di singoli, EP, split con altre band; un totale e sconclusionato "disordine" musicale da rendere molto difficoltoso l'acquisto di alcuni singoli, pubblicati per lo più in un numero molto limitato di copie. Hanno avuto la brillante idea di raccogliere tutto il loro seminato di difficile reperibilità in due raccolte dall'esplicito titolo.

Oggi mi è venuta voglia di occuparmi del volume 2, dato in stampa nel 2004. Sono ben ventidue i brani messi in ordine per oltre un ora di sanguigna e trascinante musica. Gli straripanti ingredienti che vanno a costituire l'impalcatura sonora della raccolta sono sempre i medesimi: un suono, un approccio alla materia sonora, un modus operandi che affonda le proprie contorte radici nel tempestoso Hard Sound della Detroit di fine anni sessanta tanto caro a MC5, Stooges, Kiss e, attraversando l'oceano, AC/DC. Ma non è tutto perchè inglobano a questa già portentosa miscela una dannata ed oltraggiosa carica Punk che miete vittime a ripetizione durante l'ascolto. Zero superstiti, per un frastornante caos a mille.

Suonano senza tecnicismi e mettono in campo tutta la loro voglia di fare il maggior rumore possibile: selvaggi, incazzati, forti, bellicosi. Cuore e animo con un volume da far tremare; distorsori a palla e giù a pestare durissimo nella maggior parte delle canzoni. Omaggiano Misfits, Love, Dictators ed in conclusione anche i Black Sabbath con delle cover feroci, balorde, magmatiche.

Il meglio lo danno nei pezzi scritti da loro, in particolare in quelle tremende fucilate buttate giù in nemmeno due minuti. Ed allora basta mettere il cd in posizione, premere il tasto Play per venire "asfaltati" dai settanta secondi dell'iniziale "I Only Got The Shakes"; ma il personale premio per il brano migliore lo assegno a "A Cross For Cain". Non scrivo altro: ascoltatevi questi tre minuti scarsi e ci risentiamo. Vi aspetto...DIRTY WOMEN...

Devastati, ubriachi... devastanti The Hellacopters!!!!

Ad Maiora.

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