E' di una certa semplicità prevedere la materia sonora che costituisce un disco degli svedesi: un disastroso e torrido inferno uditivo che si muove tra fendenti Hard - Punk'n'Roll ed un retrogusto spiccatamente Glam oriented. Siamo sul finire del 1998; la band è reduce, nel biennio precedente, dalla pubblicazione dei primi due basilari album sulla lunga distanza ("Supershitty To The Max!" e " Payin' The Dues") che li hanno da subito consacrati come i migliori rappresentanti di quel revival Hard Rock che si è diffuso in tutta la penisola scandinava.
Con questo mini CD cercano di fare un primo tentativo per portare un certo ordine alla loro disordinatissima discografia disseminata in una miriade di singoli, compilation, collaborazioni varie, EP; sette i brani che compongono il lavoro. Prendono ispirazione, ancora una volta a mani basse, dal feroce ed appassionato rumorismo di gente che reca il nome di MC5, Stooges, New Bomb Turks, Damned; aggiungendoci un pesante tocco di selvatica personalità.
Mi basta citare la scaletta per far capire la portata e l'assoluta valenza "bombastica" di questa arroventata ventina di minuti: "Speedfreak" dei Motorhead, "Heaven" dei Sonic's Rendezvous Band (per la sicura gioia del fratello Pinhead!!), "455 SD" dei Radio Birdman...e qui scatta il minuto di raccoglimento al solo citare simili entità sonore. Non contenti di cotanta roba ci aggiungono giustamente quattro brani scritti di loro pugno, in modo tale da rendere il lavoro come una delle migliori uscite di tutta la carriera.
La title track risulta essere a mio parere il brano più riuscito, grazie in particolare ad un finale a salire dove le due caotiche chitarre vibrano di sudata passione per una travolgente e selvaggia cavalcata Garage - Roll da consegnare alla posterità.
Ed infine mi è impossibile non amare una band come gli Hellacopters anche soltanto per il fatto di avere un tastierista con un nome d'arte come Boba Fett...LONG GONE LOSERS...
Ad Maiora.
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