The Hellacopters.
Beh, credo che la maggior parte di voi non li conosca, infatti ho trovato solo una recensione su Debaser... Quindi ho deciso di scrivere una mia descrizione all'album certamente più incazzato di questi capelloni svedesi. Vedete, forse non è l'album giusto per far capire chi sono veramente questi 5 rocker, perché non rispetta appieno il loro stile. Chi conosce gli ultimi 5 album (dal 1999 al 2005) ascoltando questo Payin The Dues rimarrà un po' stranito, perché qui la radice punk del gruppo si sente, eccome, la velocità decisamente spinta delle canzoni non si trova in altri album degli stessi!

Ma non mi fraintendete, non è un album punk, troppi assoli, troppo stile rockeggiante, troppa bella musica, a partire dalla traccia prima, ossia "You Are Nothin'", dove si sente subito che il vocalist non ha intenzione di far addormentare gli ascoltatori e gli altri membri sono della sua stessa opinione! Questa prima canzone è l'introduzione giusta all'album, è puro rock'n'roll, è divertimento, è entusiasmo e velocità, con riff veloci e un assolo stupendo! Il tamburello scandisce il ritmo per la buona parte della canzone, pur non essendo ingombrante o d'intralcio a chitarra, basso o batteria.
Si passa così alla seconda, velocissima, adrenalinica song: "Like No Other Man" che, diciamocelo, mi esalta non poco: hanno stile i ragazzi! "you know i'm damned like no other man", questa la frase portante della canzone, che precede lo stupendo assolo ad un minuto e mezzo dalla fine della canzone... che si concluderà con un urlo davvero furioso, direi travolgente. Segue poi "Looking At Me", canzone più lenta delle prime due, con una certa eco del cantato che dà un non so che di psichedelico alla traccia.
Arriva la quarta canzone, dalla durata decisamente contenuta (1'23"), veloce, schietta, dove si capisce che una traccia corta non è da buttare nel cesso, ma anzi, da ascoltare e godere nella sua (sembra strano ma è così) rude completezza. Le altre tracce alternano canzoni veloci ad altre leggermente più lente, ma dove comunque il rock la fa da padrone con la chitarra che non si limita a sputare accordi come purtroppo fa in molte band in circolazione, ma che inzuppa le canzoni di assoli, di intermezzi, di puro rock'n'roll!. Si arriva così all'ultima traccia, la più lenta e magari meno interessante dell'album, dove più che il cantato si privilegia la parte musicale, davvero piena e compatta...

Per concludere, devo dire che è un album dal sapore grezzo, dal ritmo incalzante, dalle chitarre magistralmente dirette e mai ferme, dal cantato potente ma non invadente, lo spazio è per la musica, per il ritmo, per la passione di questi 5 rocker!

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