Come per il più classico progressive rock dei '70, all'interno del quale ancora sconosciute ma validissime formazioni musicali rimangono in attesa di essere riscoperte, anche dal neo-prog degli '80, con il lumicino, riemergono piccole perle tutte da assaporare con il primario piacere che non riguarda l'esaltazione di un successo ma la sorpresa che un movimento underground continuava a persistere anche nell'epoca commerciale della disco music, del punk e della new wave. Gli Home Service sono stati una formazione effimera, una meteora, non più di tre progetti (tra album ed EP) tutti pubblicati a cavallo del 1984 quando il musicista folk inglese John Tams aprì una breve parentesi professionale rivolta appunto verso il rock sinfonico per poi ritornare, bastonato da critica ed insuccesso discografico, alla musica popolare. La band in questione è stata un progetto prettamente da studio supportato economicamente dal sassofonista David Roach, solista della scena jazz modernista inglese e prezioso tenore per l'Orchestra Nazionale Inglese e per l'ensemble di Michael Nyman.

La storia di questo album è interessante e vale la pena raccontarla; tutto nasce dall'esigenza di musicare lo spettacolo teatrale "The Mysteries" del Teatro Nazionale Inglese, opera in tre atti per rappresentazione pubblica e successiva trasmissione televisiva. Vicende bibliche vennero liberamente contaminate da ciò che storicamente riguarda le principali vicende umane di Gesù: nascita, passione e crocifissione; il progetto tuttavia non era religioso (per ammissione dello stesso direttore artistico Bill Bryden) ma metteva in risalto alcuni scritti medioevali relativi alla storia di un uomo realmente vissuto e che nei Vangeli era stato battezzato come il Cristo. Il baricentro dello spettacolo in questione era basato su una sapiente interpolazione di danze, coreografie violente e al contempo compassionevoli, testi rigorosamente cantati, giochi di luci e musica, il tutto impreziosito dalla location che non era il classico teatro ma una splendida cattedrale gotica. La direzione musicale venne affidata a John Tams che arruolò un'intera orchestra rock di dodici elementi (compresi archi e fiati); l'original score venne registrata in studio nel novembre del 1984 per la pubblicazione dell'omonimo album musicale e di un singolo "The Mysteries EP". Come nella migliore "tradizione progressive" l'album è diviso in tre suite estremamente variegate nei contenuti: "The Nativity", "The Passion" e "Doomsday". Particolari virtuosismi esecutivi non esistono ma a livello compositivo il disco rientra a pieno titolo nel post-rock sinfonico vista l'incredibile varietà di stili e sonorità utilizzate; momenti eterei eseguiti alle tastiere elettroniche (Coronation of the Virgin, God) si alternano a brani tradizionali irlandesi o a "istampitte" medioevali appositamente ri-arrangiati (Shepherds Arise, Creation, Entry to Jerusalem, The Arrest) e composizioni strumentali per chitarra elettrica di John Tams o per tastiere del compositore Peter Bullock. Le canzoni spaziano dai momenti più leggeri di We Sing Allelujah, Lewk Up Lewk Up, Don't Be An Outlaw, Lay Me Low, ai corali tradizionali per voce solista di Wonderous Love, All in the Morning, The Moon Shines Bright, con più di qualche richiamo al Rick Wakeman di "King Arthur" nelle pompose The Kings, Like Wake Dirge ed Herod.

Disco consigliato a quanti anni prima avevano apprezzato la svolta pseudo religiosa degli Eela Craig (Missa Universale) e curioso anche per il fatto che venne pubblicato da un etichetta decisamente poco interessata all'art rock, l'inglese Coda Records, branca fusion-jazz della ben più importante e nota Beggars Banquet.

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