"Psychocandy" dei Jesus and Mary Chain segnò un punto di svolta nella scena rock anni '80. Fu un album che generò di fatto un movimento, un nuovo modo di intendere la musica attraverso un diverso modo di veicolare i contenuti, anch'essi cambiati.

"Psychocandy" fu pubblicato nel 1984 a opera della band dei fratelli Reid, del bassista Douglas e del batterista Bobbie Gillespie, che sarà più tardi membro dei Primal Scream.

Prima di "Psychocandy" e dei Jesus and Mary Chain, c'era stato il punk selvaggio dei Sex Pistols, quello meno rumoroso (ma non per questo meno incisivo) dei Clash, il pop-rock intellettuale, triste, sarcastico degli Smiths, il punk-rock melodico dei Jam di Paul Weller, che ha forse qualcosa da spartire con alcuni lavori dei Police.

I Joy Division con "Unknown Pleasures" e "Closer" introdussero un nuovo tipo di rock inquietante, psichedelico, oscuro, baudelairiano, a tratti caratterizzato da silenzi agghiaccianti e a tratti rumoroso di rumori primordiali.

I Jesus and Mary Chain riprendono tutto questo: atteggiamento punk, strafottente e menefreghista; una certa propensione verso le melodie orecchiabili e quasi anni '60; atmosfere surreali, eteree.

"Psychocandy" è caratterizzato da chitarre distorte fino all'inverosimile, feedback assordanti, riverbero molto pesante, dall'impiego (quasi in tutti i pezzi) del Wall of Sound di Phil Spector; dal connubio, insomma, di un accompagnamento sporco, aggressivo, in cui il suono della chitarra elettrica è molto diverso da quello che ci si aspetterebbe, e di melodie dolci e bellissime.

Il disco inizia con "Just Like Honey", una canzone di due accordi di una bellezza incredibile. La melodia è semplice e dolce, il testo triste e riflessivo, l'accompagnamento diventa sempre più pieno con l'avanzare della canzone. E' una canzone orecchiabile, molto lontana dall'atmosfera di altri pezzi del disco.

Il secondo pezzo è "Living End". Il testo parla di una corsa in moto, e la musica è assolutamente appropriata: sembra quasi di correre insieme a Reid. La batteria, come è prerogativa dell'album, è monotona ma molto presente, così come i giri di basso. E' una canzone pesante e quasi fastidiosa - ma anch'essa molto bella - per il feedback e la distorsione.

"Taste the Floor", il terzo pezzo, ha qualcosa dei Sex Pistols e soprattutto di Iggy Pop e degli Stooges, per la distorsione graffiante ma comunque piuttosto squillante, a differenza di quella piuttosto opaca di altri pezzi. Pezzo un po' monotono e ripetitivo.

"Hardest Walk" è un pezzo che, arrangiato diversamente, potrebbe essere quasi dei Beatles. Orecchiabile, svelto, che ha il suo fulcro nel giro di basso, strumento molto presente in questa canzone.

"Cut Dead" è quasi una ballata, è una canzone lenta e bella, con un testo piuttosto interessante. Pezzo molto più vuoto di altri (come "Taste the Floor" o "Living End"), saturi e assordanti.

Con "In A Hole" torna il feedback, la distorsioni e l'atmosfera pesante. Le plettrate della chitarra sono indistinguibili tra di loro.

Some Candy Talking, come "Cut Dead", è una canzone dolce, tranquilla, con qualcosa, però, dei Velvet Underground, se non fosse per i riff distorti. Ha un testo oscuro e sonorità abbastanza anni '60.

In "Never Understand" la batteria è molto presente e ripetitiva e l'atmosfera shoegazer è sempre presente ma non è cacofonica come in altri pezzi. Canzone veloce e con alcune somiglianze a Living End.

Il giro di basso di "Sowing Seeds" è molto simile a quello di "Just Like Honey". Canzone interessante, con alcune belle variazioni, riff puliti, atmosfera a tratti psichedelica, a tratti punk.

Questo disco è in generale uno dei miei preferiti. Dopo "Psychocandy", nascerà il fenomeno Shoegazer, che riprenderà feedback, riverbero, distorsioni e darà vita a gruppi come Boo Radleys e Swervedriver.

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