Nel 1999 muore la Lucertola.

Le Esequie ufficiali si espletarono con la pubblicazione di Bang, raccolta di brani Live dei quattro, più tre inediti (un demo, un brano bootleg e una canzone con Santiago Durango [Big Black] alla voce). I Jesus Lizard lasceranno un vuoto immenso nel panorama musicale tutto, un vuoto paragonabile per peso solo alla mole di intuizioni, violenza brada, tecnica, genialità e teatralità del gruppo stesso. La musica dei '90 è impensabile senza The Jesus Lizard; le loro ritmiche a scossa e la loro pesantezza rappresenteranno i modelli del grunge, di un certo tipo di post-core e purtroppo anche di quello schifo Nu-Metal di Rage Against The Machine, Korn e soci, i quali dal gruppo di Chicago "ruberanno" solo la patina e non lo spessore. I Lizard hanno rappresentato la faccia di una medaglia condivisa con i grandissimi Slint: entrambi i gruppi fanno "descrizione" e non denuncia di ciò che passa loro davanti (peculiarità la denuncia e l'insegnamento proprie piuttosto dei Fugazi), solo con dinamiche musicali opposte. Se gli Slint erano dei maestri nell'ombra, con il loro stile sommesso che solo raramente si sfogava in peraltro fievoli sfuriate, dipingendo la realtà urbana con lievi tocchi d'acquarello, i Lizard vomitavano direttamente su un muro bianco. Le peggiori oscenità e bassezze dell'essere umano sono incanalate nell'ascoltatore con la violenza di uno stupro.

I loro live rimangono di fatto leggendari, come dimostra il loro tour inglese del '92 fra la Brixton Academy, il Marqueee il The Garage, che li consacrò definitivamente come massima icona di bestialità musicale, nonchè sommi sacerdoti aruspici di viscere ed escrezioni. "Bang", istantanea nostalgica, vive di questo, dei palchi storditi dal virtuosismo anti-virtuoso di di Duane Denison, spappolati dal tornado ritmico di Sims e MacNeilly, divorati dal turpe, barbaro, incredibile David Yow. In un intervista i Lizard dichiareranno che i titoli dei loro album sono stai scelti per il suono delle parole (Goat, Shot, Head ecc…), suono sempre secco ed inequivocabile. "Bang" è la conclusione ideale della loro saga, una fucilata alla tempia.

I proiettili di "Bang" sono 19: dalle potenti e veloci "Deaf as a Bat" e "The Test", alla brutale e oscena "7 VS 8", passando per il capolavoro "Mouth Breather" e le clamorose "Glamorous" e "Chrome", si arriva al delirio dal vivo di "Lady Shoes", con il testo più crudo e abominevole che si ricordi, alla leggendaria "Seasick", alla adrenalinica "Gladiator" e alle sceneggiate della prima ora "Bloody Mary", "Killer Mc Hann" e  "Monkey Trick". Fra gli unreleased spicca "Anna" ma soprattutto una straordinaria "Blockbuster", rozza all'ennesima potenza e fra i brani più famosi. Tutto qua, d'un fiato; rimane giusto il tempo per qualche lacrima e per premere il grilletto.

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