È un’uggiosa mattinata bolognese quando, dopo anni e anni e anni di tentativi mi decido finalmente ad aprire anche io un Tumblr e cercare di essere un minimo costante nell’aggiornarlo. Dovrei essere il biblioteca a studiare, invece sono in cucina, i miei coinquilini non ci sono, e quindi cerco l’atmosfera adatta per calarmi nella parte della Hemingway del 2014. (si scherza eh. Non me ne voglia Hemingway, non potrei mai) e la prima cosa da cui partire è la musica. O un sigaro, ma ora mi è più facile mettere la musica. La scelta ricade su Flesh&Blood, l’ultimo lavoro di John Butler e dei suoi due compari. Personalmente, già lo amavo prima, ora con questa piccola perla ha davvero fatto in modo di entrare nella mia top 2014.
A parte la copertina, che è un’hipsterata bella e buona, (ma senza troppe pretese; non riesco a smettere di guardarla), i pezzi sono semplicemente belli. Quel tipo di bello che colpirebbe perfino mia nonna (purista di Mahler, Mahler e basta) o comunque qualcuno che non avesse mai approcciato il genere prima.
Questo disco infonde allo stesso tempo una calma serafica ("You’re Free" su tutte) ma anche un’energia ritmata ("Livin’ In The City" mi ricorda così tanto i RHCP che mi sembrava di aver sbagliato disco). È comunque inconfondibile, anche con l’elettrica riesce a rimanere “John Butler quello di Ocean”, dove "Ocean" in questo caso è "Spring To Come", ballata veloce e leggera. Infine "Bullet Girl", possiamo dire la mia preferita, che a dispetto del nome è quasi una ninna nanna, in cui l’acustica è talmente pulita in certi punti da sembrare elettrica.
Unica perplessità, "Only One" come singolo? Io non avrei scelto quella. Ma del resto io non sono John Butler, scrivo post su Tumblr… In tutto questo è appena partita la pubblicità di Spotify a rovinarmi l’atmosfera. No, non lo voglio Premium. Cioè, lo vorrei, ma per ora ancora non me lo posso permettere.
Peace!
Roberta Frigeni
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