The Joshua è il progetto solista del leader dei The Hornet's. Il sound di The Joshua (Giuseppe Cassano) è frutto di un processo di stratificazione di generi, ritmi, echi, influenze, che si snodano di brano in brano lungo tutto Vite di vetro. Uno stile elegante e dinamico, sorprendente per varietà e ricchezza di soluzioni che accavallandosi generano vere e proprie maree sonore. Un concentrato di influenze melodiche e ritmiche stratificate e sedimentate, conseguenze armoniche di una forte passione per la musica; tutta la musica.
L'album è un viaggio unico, con un inizio e una fine, un concept senza una vera e propria trama lirica che trova la sua logica nell'organicita. Ogni brano è costruito su un unico tappeto che a tratti si addensa, si smembra, accelera e rallenta, cambia direzione senza mai strapparsi. Così The Joshua ti invita nel suo mondo sin dalle prime note di 'Buongiorno Bastardo', convincendoti a rimanere con lui fino al termine del viaggio. L'album è registrato in un sola sessione, praticamente un live (anche se in assenza di pubblico) e questo fa la differenza.
In questo viaggio incantato c'è una sorte di drago che gioca a viaggiare sulle note codificando la vena pop dell'album. Le melodie e le parole di Giuseppe chiudono cosi il cerchio. Sono sussurri, suoni, riverberi e soffi, ma sono anche parole e armonie (alle volte anche strazzianti) che di nota in nota si fanno aspettare per poi irrompere puntuali. Sono stralci di melodia che sembrano estratti da canzoni ma che non si sviluppano mai secondo i canonici criteri che distinguono la struttura di un brano.
E così nasce l'impasto The Joshua e i conseguenti brani di Vite di vetro, a tratti piu affini a sonorità roccheggianti ( come l'omonima "Vite di vetro", oppure come la terza traccia dell'album "Ossessione") ma piu frequentemente sintonizzati su una dimensione maggiormente dilatata, una sorta di DubDance ipnotica e melodica.Qualche punto negativo glielo fà guadagnare il singolo "Bilancia sospesa", dall'ottimo testo ma dal suono scontato. A questo punto non mi resta che dire buon viaggio.
Camillo Gurtis
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