We took a walk that night but it wasn't the same...
Sono queste le 11 parole che aprono un album prodotto nell'Anno Domini 2004 che ha marcato in modo netto la carriera artistico-musicale di 4 ragazzi provenienti da Las Vegas: parliamo dell'alternative rock band che risponde al nome "The Killers". Nello stesso anno in cui una produzione del calibro di American Idiot faceva incetta di riconoscimenti e certificazioni dal mainstream questi baldi giovani risalivano pian piano la china fino a proporre un'album sicuro, fiero e pieno di sè fino al midollo, capace di raggiungere la cifra record di 5 milioni di dischi venduti.
Quelle 11 parole fanno parte della open track che prende il nome di "Jenny Was A Friend Of Mine" che forse non è stata scelta a caso come open track del disco (memorie del demo proposto ai discografici della Island Records); presenta una solida struttura ritmica dove a farla da padrone è un riff di basso dannatamente funky e la chitarra che compie tanto lavoro oscuro, tranne nei ritornelli dove prende lo spazio che merita, tastiere che sanno di crema sul dolce e testo che racconta l'ultimo episodio della cosiddetta "Murder Trilogy" (ossia tre canzoni che parlano dell'omicidio di una ragazza, Jenny, perlappunto) dove l'omicida nega sfrontatamente ai poliziotti di aver commesso quel reato.
Segue una canzone che più di tutte ha rappresentato il punto di svolta per Brandon & Co. ossia "Mr.Brightside", interessante esperimento di punk-revival dove la lirica congeda la struttura strofa-ritornello per abbandonarsi ad una classicista forma "da capo a coda" che ben esprime la ridondanza che lo scrittore sente dentro una volta che incontra la sua ex con un altro, e tornando a casa immagina loro due in atteggiamenti intimi traendo attraverso l'amor proprio la forza per dire che la luce è lui, il Mister Brightside. Col terzo pezzo passeggiamo per le strade della Orange County con "Smile Like You Mean It" (scelta come colonna sonora del telefilm The O.C.) e sotto certi punti di vista presenta la continuazione del tema di Mr.Brightside, con un cantanto molto malinconico ed un timbro vocale che perfettamente esprime la rassegnazione del dover abituarsi a fingere sorrisi quando dentro si ha solo tristezza per quello che si è perso.
Si respira aria scanzonata nel pezzo "Somebody Told Me" che è caratterizzato da un appeal che forse nessun'altra traccia dell'album ha (ricordo benissimo che la ascoltai in diverse radio mainstream nel 2005, rarità per questo gruppo): una traccia ballabile, easy-listening, che gioca tutto sull'ambiguità del testo e su una struttura melodica che non teme confronti con nessun'altra produzione. Cori Gospel ed atmosfere la rock di qualche decade fa sono le cose che contraddistinguono "All These Things That I've Done" (che racconta la storia di un veterano del Vietnam ritornato in America) ed "Andy You're A Star" (infatuazione giovanile di Brandon per un giocatore di football americano del suo college); con la prima che è diventata un vero e proprio inno eseguito ad ogni live e visceralmente amato dal pubblico.
Traccia numero 7: si ritorna al demo, ecco "On Top" una canzone dalla forte componente sentimentale, il ritmo offerto dalle linee musicali è molto cadenzato con un piccolo riff di tastiera che si ripete lungo tutto il brano; il vero punto di forza di On Top è il testo, leggendolo si ha l'impressione di avere immagini davanti gli occhi di come amare una persona sia anche aspettare momenti meno accesi e di come superare anche allontamenti faccia parte della scoperta del sole di velluto che riscalda i cuori di due amanti.We're on top. Atmosfere indie ed accordi semplici contraddistinguono l'accoppiata "Change Your Mind" e "Believe Me Natalie", entrambe partono lente per poi esplodere nella parte finale, non esattamente la più fulgida espressione del talento dei Killers ma comunque dei filler apprezzabili. Capitolo centrale della Murder Trilogy in "Midnight Show", verso dopo verso si passa dall'eccitamento di una coppia per quella che si prospetta una splendida serata al nefasto omicidio compiuto sotto le stelle accompagnato da note veloci, marcate che ben sottolineano la frenesia di quella serata.
Completamente differente è "Everything Will Be Alright", lenta ballata di tastiere autoprodotta dalla band, è un piccolo canto d'amore fatto pronunciato da una voce elettronicamente distorta; un pezzo molto '80 e che per certi versi ricorda un Bowie molto pacato. E' proprio la pacatezza farla da padrone in questo pezzo,in barba alle preoccupazioni andrà tutto bene. Di per sè la suddetta traccia sarebbe stato un ottimo finale su cui appendere il cartello The End o magari That's all folks, ma i 4 alla fine ci propongono una piccola perla chiamata "Glamorous Indie Rock'N'Roll", accusata di ipocrisia da buona parte della comunità indie americana per il testo alquanto controverso, dopo tempo è stato precisato da Brandon che la sua era una sorta di esagerazione scanzonata e che la questione sul testo è stata ingigantita di molto, sicuramente la canzone presenta un comparto melodico molto interessante e di chiara ispirazione Queen, come ad esempio in un paio di scale dove Dave Keuning ricorda molto da vicino Brian May.
Abbiamo fra le mani un ottimo prodotto per essere un disco d'esordio, un ascolto abbastanza fluido che tuttavia non darà modo all'ascoltatore di impegnarsi in altro, ma chiederà una costante e totale attenzione; molto interessanti i testi, introspettivi al punto giusto e strutturati in modo positivo, il sound ricorda molto il rock americano tipico ed un crogiuolo di influenze che spaziano dal rock classico fino a prodotti più commerciali d'epoca. Ascoltabile, ballabile, 5 milioni di dischi venduti: the best is yet to come...
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