Ho ascoltato a lungo questo disco prima di recensirlo.
Volevo che il fastidioso e martellante battage pubblicitario cessasse e volevo metabolizzare per bene questo lavoro, che tanto clamore ha suscitato nella stampa specializzata, senza incorrere in giudizi affrettati.
Purtroppo i The Kills, la graziosa VV alla chitarra e lo sfigatissimo Hotel all'altra 6 corde, arrivano nel momento sbagliato e dal posto sbagliato (New York). Propongono (che novità!) un rock'n'roll intriso di blues delle origini e macchiato da varie influenze tutte veramente troppo riconoscibili come i Rolling Stones e soprattutto i Velvet Underground.
Clamorosa a mio parere la somiglianza con i Boss Hog, con VV che fa Christina Martinez e Hotel che fa Jon Spencer ("Pull A U"). Altrettanto evidente è il paragone con i Royal Trux, sempre un duo, sempre un lui e una lei con questo atteggiamento da tossici all'ultimo stadio che sono lí per caso. "Hand" ricalca in pieno "Corruption" di Iggy Pop...
Ritroviamo prepotentemente anche i Suicide, che si riconfermano tra i 10 gruppi piú influenti di sempre. L'uso della drum machine infatti non può che rimandare al duo Vega-Rev, anche se i pezzi sono "umanizzati" da chitarre a profusione davvero martellanti e distorte.
La batteria elettronica rende il ritmo molto claustrofobico e intenso ma rischia di ingabbiare le canzoni e renderle ripetitive. L'antidoto sarebbe quello di inserire qualche virtuosismo per spezzare la monotonia ma di assoli non se ne parla. Mi viene il dubbio che sia un loro limite tecnico più che una scelta voluta.
Qual è il gap culturale (o economico?) che separa i giornali musicali che incensano gruppi del genere, rispetto ai "compratori di cd" che si accorgono clamorosamente di certe nefandezze compiute ai loro danni? Se, come me, avete ascoltato e amato i gruppi che ho citato nella recensione, questo disco vi suonerà come qualcosa di già visto e sentito, a tratti al limite del plagio.
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