Sarà il ritorno del fantomatico Slash con il suo secondo cd solista, sarà forse quindi il suo amore per la voce di Myles Kennedy, inconfondibile vocalist dei più che apprezzati Alter Bridge, a far partorire nella mente di questi quattro giovani un Hard Rock, americano quanto stranamente italiano?
Grande debutto per i The Kins, giovani quanto in gamba, che commettono forse l'errore di registrare in due lingue (Inglese ed Italiano). "White Rose" è sicuramente un lavoro di una band promettente, con molte idee, e con forse pochi "mezzi di registrazione" a propria disposizione. La demo prevede tre brani, diretti, due in inglese ed uno in italiano. Direi una buona riuscita, ed un'ottima entrata in un panorama underground, intricato quanto ricco di nomi poco considerati. Ricordiamo la grande riuscita del brano "White Rose" che dà ovviamente nome al lavoro in studio, e che rappresenta in 5 minuti di durata, la vera e propria essenza di questa band. O come non citare "Save me", brano dolce quanto psichedelico nel suo assolo, sempre molto "Slashiano" con qualcosa di Van Halen. Rimane quindi "Black Soul" con la scelta di attribuire un titolo in lingua inglese ad un brano in lingua italiana, se non fosse per i due assoli dei due chitarristi sempre molto preparati, o forse la precisione del batterista, anche se a volte ripetitivo.
E' quindi una parte strumentale molto valida, anche se registrata sufficientemente, a far da contorno ad una voce molto alla Myles Kennedy, quanto alla Piero Pelù negli anni d'oro. Sono questi due nomi molto importarti, che però dovranno essere mantenuti nel proprio magazzino nei sogni. Tutto questo grazie ad una crescita doverosa e progressiva negli anni ad avvenire. Rimane senza ombra di dubbio un timbro forse sottile, ma che con buoni supporti di seconda voce live da parte dei propri componenti, potrà fare il proprio buon gioco.
E' proprio la voce quindi, assieme ad alcuni sprazzi di vera e propria modernità, a trascinare questa Hard Rock band, verso più un Alternative Rock stile Audioslave.
"White Rose" può definirsi un importante inizio, con importanti risvolti futuri, magari alla luce di un full-lenght "con le palle". Questo dimenticando, a parere del sottoscritto, la lingua italiana, che in questa band spezza un pò troppo la chimica nata fra chitarre, basso e batteria, agguantata dalla voce.
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